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venerdì 16 maggio 2008

SUOR AGOSTINA (recensione)

Al Teatro Vittoria è ancora in scena, fino al 18 maggio, SUOR AGOSTINA, un bellissimo testo di Rodolfo Chirico che ripercorre i punti salienti di una storia realmente accaduta.
E' il 1894, un fine secolo che vede inasprirsi il conflitto tra Stato e Chiesa, intesa come potere temporale. La laicizzazione delle istituzioni pubbliche decretata dal Governo, porta all'allontanamento dei religiosi dalle corsie ospedaliere.. Nell'Arcispedale di Santo Spirito solo le suore infermiere vengono tollerate ma si impedisce loro l'apostolato.
A Suor Agostina però parlare non serve. Lei "grida" la sua fede con tutto il suo essere, con la sua semplice bontà, la tenacia, l'umiltà, la fede incrollabile.
Convinta che anche la peggiore creatura umana sia figlia di quel Dio che ella ama, non arretra di fronte a nulla, neanche alle coltellate di Romanelli, un malato incurabile di tisi e sifilide che le scaricherà addosso tutto l'odio e la disperazione di una vita concepita e cresciuta nella violenza.
SUOR AGOSTINA è un testo intenso e drammatico, che, andando al di là del mero fatto di cronaca contrappone, come due facce della stessa medaglia l'amore e l'assenza di esso frugando nelle pieghe profonde dell'anima. L'amore incondizionato di Suor Agostina è la luce che scopre e rende insopportabile agli occhi dello stesso Romanelli la propria vita fatta d'odio e violenza. Agostina ama e non si difende, perché sa che l'amore non ha bisogno altro che di se stesso per vincere le sue battaglie. E Agostina quella battaglia la vince da martire, quando Romanelli in prigione, condannato per omicidio, divorato dalla malattia e dai fantasmi della propria coscienza si arrende pentito riconoscendo che il suo odio altro non era che fame di un amore mai provato.
Personaggi complessi dunque, che richiedono interpreti di grande spessore, capaci di sviscerare tormenti ed estasi a tinte forti. Tali infatti sono gli attori specie il bravissimo Paolo Triestino nella parte del tormentato Romanelli, il coinvolgente Alkis Zanis nella parte del tisico Luzzi e Marianella Bargilli delicata e vibrante che riesce, con straordinaria naturalezza, a dare un colore di intensa umanità ad una donna già in vita considerata santa, una donna che sa solo amare al di la di ogni bruttura, al di là di ogni tragico epilogo.
Pièce pregevolmente diretta da Roberto Guicciardini, non facile, drammatica e intensa, SUOR AGOSTINA va vista con animo attento e sereno, perché ciò che va in scena è l'Amore, quello riservato al cielo e a quelli che il cielo lo sanno trovare anche tra le pieghe di un'umanità svilita e sofferente.
(Ilda Ippoliti)
TEATRO VITTORIA P.za S. Maria Liberatrice, 10 00153 ROMA www.teatrovittoria.it
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Il Teatro Stabile di Calabria
presenta
MARIANELLA BARGILLI
PAOLO TRIESTINO
LOMBARDO FORNARA
FIORELLA BUFFA
in
SUOR AGOSTINA
ovvero
Chi ha assassinato la Suora che gridava il Vangelo
di
Rodolfo Chirico
con
Antonio Ferrante
Silvana Bosi
Alkis Zanis
e
Americo Melchionda
Saverio Laganà
Elena Fazio
Giusy Criscuolo
Caterina Musolino
Regia
Roberto Guicciardini

1984: un terribile fatto di sangue all'Arcispedale di Santo Spirito di Roma. Nei sotterranei dell'ospedale, un paziente gravemente ammalato di tisi, luetico ed aggressivo, appena esiliato dall'ospedale per cattiva condotta, uccide con sette pugnalate la suora responsabile della sua corsia. Nell'ospedale "laicizzato" secondo le norme appena approvate dal Governo, le suore esplicano con perizia e dedizione il proprio servizio , ma operano in uno spazio angusto per quanto riguarda l'Apostolato; proibito anche, se non espressamente richiesto dall'ammalato, il conforto della religione. Il copione di Rodolfo Chirico racconta la vicenda oltre il fatto di cronaca, mettendo in rilievo le contraddizioni in un periodo storico segnato da profondi disagi, le cui cause restavano latenti ed ancora irrisolte. Si sofferma poi, sulle motivazioni interiori dell'agire dei personaggi. Suor Agostina tenacemente aggrappata alla sua fede, spinge verso un esito il suo desiderio di sacrificio, volto a riscattare il male del mondo. Il suo assassino esce dall'anonimato dei perseguitati dalla sorte, per assumere i caratteri della rivolta e della sovversione, in nome di una auspicata affermazione di se, percorrendo purtroppo il sentiero atroce della malvagità e della ferocia. Gli altri personaggi, i medici e le suore, oscillano fra l'ambiguità e la sincerità della propria partecipazione, raramente affrancandosi da una inconsapevole e quotidiana crudeltà. Lo spettacolo è volutamente scarno: vuole essere chiaro nel dibattito e dipinto a tratti con ingenua poesia di un ex-voto. Suor Agostina è stata proclamata Santa da Giovanni Paolo II nel 1999.
(Roberto Guicciardini)

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