Con codici a barre, palmari, e sistema wireless, garantita, a Forlì, la completa informatizzazione e tracciabilità del sistema di gestione dei farmaci, delle sacche di sangue, e del percorso chirurgico.
Tutti e due i progetti sfruttano da una parte il know-how acquisito attraverso il processo di gestione informatizzata del farmaco, dall’altra l’implementazione della cartella clinica informatizzata.
«L’identificazione del paziente e la tracciabilità del percorso assistenziale prevedono l’abbinamento del codice presente nel braccialetto che ciascun malato riceve all’ingresso in reparto, con l’attività degli operatori sanitari – illustra l’ingegner Sistu – il bar code viene letto attraverso un palmare collegato alla rete wireless, presente in tutto il presidio ospedaliero». Tale logica, propria della terapia farmacologica, è stata quindi applicata, a partire dal 1° luglio 2009, alla gestione delle sacche di sangue, sviluppando contestualmente un’interfaccia fra cartella clinica e software gestionale utilizzato a livello regionale dai Servizi Trasfusionali. In questo modo, sono soddisfatti al cento per cento quei criteri di sicurezza raccomandati sia dalla normativa nazionale sia dal “Piano speciale sangue” della Regione Emilia-Romagna. L’effettuazione per via informatica di tutte le fasi che caratterizzano il percorso della sacca - dalla donazione, alla lavorazione, sino all’assegnazione e all’identificazione del paziente, passando per la compilazione della richiesta, il prelievo, l’etichettatura dei campioni, nonché la verifica della congruenza dei dati prima della trasfusione – riduce, infatti, particamente a zero il rischio di errori. «La richiesta di emocomponenti viene redatta nel sistema informatico di reparto riempiendo campi obbligatori, fra i quali i criteri di appropriatezza previsti dalla Società italiana di Medicina Trasfusionale e Immunoematologia. – prosegue l’ingegner Sistu – Sono così assicurati ben tre step di controllo: uno a livello di reparto, al momento della richiesta, un secondo al momento dell’assegnazione dell’unità di emocomponente, e un terzo al momento della trasfusione. La corretta associazione paziente-campioni-unità trasfusionali è verificata al letto del malato mediante palmari wireless e braccialetti identificativi, che consentono, contestualmente, di accertare la validità dei test pretrasfusionali e dell’unità di sangue».
Il percorso trasfusionale informatizzato ha consentito, inoltre, di ridurre significativamente il gap fra numero di emocomponenti richiesti dalle unità operative e numero di quelli effettivamente impiegati: nel primo semestre del 2008, ad esempio, la percentuale di sacche non trasfuse rispetto al totale di quelle consegnate era stata del 16,4%, mentre nell’analogo periodo del 2011 si è scesi all’11,5%. La registrazione informatica consente, inoltre, di standardizzare le informazioni registrate e monitorare sia l’aderenza alle linee guida in termini di appropriatezza sia il trend di utilizzo della risorsa sangue all’interno dell’Azienda, senza contare la maggior facilità di accesso ai dati.



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