Cerca nel blog

domenica 13 luglio 2014

ISTRUZIONE. Con le scuole chiuse il sabato si risparmiano 100 milioni, ma prof e famiglie sono d'accordo?

nlogoanief

La stima è del sindacato Anief: la provincia di Pavia ha calcolato una mancata spesa di 500mila euro l'anno per il risparmio di trasporti, riscaldamenti, luce a altro. Se si estendesse la stessa cifra alle altre 108 province si arriverebbe a 50 milioni. Ed altrettanto risparmierebbero i Comuni.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): così si scavalcano gli organi collegiali delle scuole, che su questo genere di decisioni hanno la priorità. Come non si tiene conto che per milioni di famiglie può essere un problema avere a casa i figli per 33 giorni in più l'anno. Abbiamo poi il timore che possa essere non solo una prevaricazione derivante dagli scellerati tagli del Governo agli enti locali, ma un ulteriore passo verso un'istruzione sempre più compressa.

Torna lo 'spettro' della settimana corta obbligatoria per tutte le scuole: i tagli di alcuni i milioni di euro l'anno imposti degli ultimi Governo ad ogni ente locale stanno costringendo sempre più giunte comunali e provinciali a chiedere agli istituti scolastici di fare lezione per 5 giorni a settimana, quindi solo dal lunedì al venerdì. Una città come Siena, che non ha una presenza di abitanti particolarmente elevata, risparmierebbe 50mila euro solo di mancato trasporto degli alunni nella giornata di sabato: "un risparmio per le casse sempre a secco di palazzo pubblico", ha commentato il quotidiano 'La Nazione'. "A cui vanno aggiunti quelli, ancora da stimare con esattezza, relativi all'uso dell'elettricità, del riscaldamento e di altre utenze che verrebbe smorzato passando da sei a cinque giorni di scuola", ha spiegato l'assessore all'istruzione di Siena Tiziana Tarquini.

A fare il calcolo più preciso ci hanno già pensato le Province, che per legge hanno in carico i trasporti e le utenze delle scuole superiori: quella di Pavia ha fatto sapere che sarebbe di mezzo milione di euro l'anno il ritorno economico derivante dal tenere chiuse le scuole tutti i sabati. Fra l'altro, la decisione non basterebbe a far quadrare i conti in rosso, perché, ha detto l'assessore Milena D'Imperi, "il decreto 66 varato dal Governo per le coperture degli 80 euro, e ora divenuto legge, impone alla Provincia di restituire allo Stato 3,5 milioni di euro. Tecnicamente non siamo alla presenza di tagli diretti alla scuola ma, di fatto, siamo chiamati a risparmiare su una serie di voci tra cui le utenze, cioè i costi di riscaldamento e luce, e sui trasporti di collegamento con le palestre".

Considerando che Pavia è una provincia di media grandezza, quindi sufficientemente rappresentativa, il risparmio si potrebbe estendere a tutte le altre 108 province d'Italia. E si arriverebbe ad oltre 50 milioni di euro. E siccome con le scuole chiuse il sabato solo una città come Genova ha calcolato 1 milione di euro di spese ridotte, una cifra analoga la metterebbero da parte anche i Comuni, che in Italia gestiscono le scuole superiori di primo grado. Quindi il ritorno economico si potrebbe stimare in almeno 100 milioni di euro l'anno.

"Viene da chiedersi - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – quanto sia 'salato' il prezzo da pagare per questa scelta, derivante non da motivi didattici o logistici ma solo dagli scellerati tagli imposti dal Governo centrale agli enti locali. Prima di tutto perché questo genere di decisioni – l'allargamento o la riduzione del piano di lezioni settimanali – sono per legge di competenza degli organi collegiali, ad iniziare dagli insegnanti. E comunque l'ultima parola spetterebbe ai Consigli d'Istituto delle scuole, di cui fanno parte rappresentanti dei genitori, degli studenti, di tutto il personale scolastico e degli stessi enti locali".

"In secondo luogo – continua Pacifico – la necessità di far quadrare i conti pubblici limando le spese scolastiche va a cozzare con le esigenze delle famiglie italiane, nelle quali oggi lavorano sempre più entrambi i genitori. Ora, se è vero che la maggior parte dei lavoratori ha il sabato libero, è altrettanto vero che milioni di famiglie avrebbero non pochi problemi a lasciare a casa dei bambini 33 giorni in più durante l'anno scolastico: sarebbe un dazio non indifferente. La verità è che con la settimana corta imposta si incide pesantemente sugli stili di vita dei cittadini, senza nemmeno aver pensato ad interpellarli".

Per il sindacato, quindi, una scelta del genere rappresenta un sacrificio che andrebbe ben ponderato. Anche perché il rischio è che si tratti di un ulteriore passo verso un'istruzione pubblica sempre più ridimensionata: "oggi si chiede di ridurre la settimana scolastica in una scuola dove non ci sono più fondi nemmeno per gestire il quotidiano ed il personale viene pagato il 30 per cento in meno dei colleghi europei. Il passo successivo, già avallato dal Ministro, è ridurre di un anno il percorso scolastico", conclude il sindacalista Anief-Confedir.

Per approfondimenti:

13 luglio 2014                                                  

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *