· 1,9 milioni di euro il valore medio delle esportazioni per impresa
Milano, 12 luglio 2016 – Il livello d'internazionalizzazione dell'economia italiana è cresciuto nel 2015 con un aumento delle esportazioni di beni e servizi del 4,3%.
Nell'ultimo triennio la quota sull'export mondiale si è assestata intorno al 2,8% favorita dalla vivacità della domanda di beni di consumo per la persona e per la casa. Il vero motore di tutto ciò sono le piccole e medie imprese che realizzano quasi la metà dei prodotti portati all'estero.
Questo il quadro emerso dal Rapporto ICE 2015-2016 sull'Italia nell'economia internazionale, tenutosi questa mattina a Milano alla presenza di Michele Scannavini, Presidente dell'Agenzia ICE, Benedetto Della Vedova, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, e Giorgio Alleva Presidente dell'Istat.
I segni di ripresa dell'economia sono evidenti, gli esportatori sono cresciuti nel 2015, raggiungendo il numero record di oltre 214.000 operatori. È salito anche il valore medio delle esportazioni per impresa, che ha sfiorato 1,9 milioni di euro, e la media di mercati esteri per azienda che ha raggiunto quota 5,85.
In questo scenario hanno giocato un ruolo fondamentale le politiche di sostegno all'internazionalizzazione promosse dall'Agenzia ICE che nel 2015 ha aumentato i suoi investimenti passando da 65 a 110 milioni.
Da sempre a fianco delle aziende italiane, l'ICE promuove iniziative che favoriscano da un lato l'aumento del numero di imprese che operano con successo sui mercati internazionali e dall'altro l'attrazione di investimenti esteri in Italia.
Il 2015 è stato un anno molto ricco di attività: nell'ambito delle azioni straordinarie finanziate dal Piano triennale 2015-2017 è proseguito il progetto Roadshow Italia per le imprese; è partito un progetto di formazione di 400 temporary export manager, coordinato dall'Ice in collaborazione con le Regioni, le associazioni imprenditoriali, i sistemi camerale e universitario; sono stati disposti dei voucher, contributi a fondo perduto, per l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.
Il sistema di supporto pubblico all'internazionalizzazione ha individuato come mercati prioritari Stati Uniti, Cina e altre aree emergenti come l'Asia sud-orientale, i paesi sudamericani dell'Alleanza del Pacifico e l'Africa subsahariana.
In questa strategia è rimasto centrale il ruolo delle missioni imprenditoriali a guida istituzionale: l'Italia è stata in prima fila nel cogliere le opportunità derivanti dai mutati scenari geopolitici internazionali che hanno visto il riaffacciarsi sui mercati di paesi come Cuba e l'Iran.
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