Firenze, 30 Luglio 2016. Era il 18 ottobre 2015, ed era entrata in vigore una norma che stabiliva il non obbligo di esposizione del pagamento e della validita' della polizza RcAuto, nonche' di non doversi portare dietro nulla: tutto centralizzato e informatizzato e, in caso di controllo da parte dell'autorita' di polizia, i controlli avrebbero confermato o meno l'ottemperanza dell'automobilista all'obbligo dell'assicurazione (1).
Ma qualcosa non ha quadrato e, a quasi un anno di distanza, l'Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) ha emesso una circolare (2) con cui ha evidenziato che, essendo alti ed aumentati i rischi di essere trovati in difetto pur essendo in regola, e' meglio portarsi dietro il certificato di assicurazione da esibire, l'attestazione di avvenuto pagamento del premio e copia del contratto (tre cose 3), per due motivi:
- le banche dati dell'autorita' non sono sempre aggiornate;
- alcune assicurazioni estendono la copertura assicurativa, in attesa del rinnovo, oltre le due settimane rituali successive alla scadenza; e questo nelle banche dati dell'autorita' -ammesso che la propria polizza risulti- non e' riportato.
Questo perche', nonostante l'informatizzazione operativa da quasi un anno, "carta canta", cioe' il supporto cartaceo e' prevalente rispetto a tutto; e non e' possibile effettuare il sequestro del veicolo per mancata assicurazione solo rifacendosi ai dati online: se qualcosa non torna, prima di multare/sequestrare occorrera' procedere ad ulteriori approfondimenti.
Questa circolare dell'Ivass sembra che (3) sia frutto di alcune istruzioni in merito diramate dall'ordine di coordinamento dei servizi di polizia stradale.
Non e' questo il Paese dei quaqaraqua? Una norma che doveva servire a semplificare la vita e la sicurezza di accertati ed accertatori, ecco che nella sua applicazione -A QUASI UN ANNO DALLA SUA ENTRATA IN VIGORE- dimostra essere una complicazione in piu'.
Ed ora, visto il clamore mediatico che a suo tempo ebbe questo provvedimento della possibile non esposizione sul veicolo e che tutto era risolto con un click, chi glielo va a dire a tutti gli assicurati che non c'e' da fidarsi e che -soprattutto- se dovessero incorrere in un qualche controllo, se si sono attenuti alle disposizioni di legge, non avranno fatto altro che complicarsi la vita: tempi di fermo, accertamenti con domande piu' o meno imbarazzanti -per accertati ed accertatori- da parte della polizia, tempo da perdere per dimostrare successivamente di essere in regola (portare documenti agli uffici o trasmetterli in qualche modo che sia credibile e legale per entrambi), etc.
E -ultima e piu' importante- caduta sottozero della fiducia da parte degli amministrati verso lo Stato. Con conseguente codazzo di: utenti furbetti, burocrati annoiati di aiutare i malcapitati, code per di qua e per di la'. Con ogni malcapitato che come minimo ordira' piani di vendetta da mettere in atto alla prima occasione.
Che fare? Ci aspettiamo una massiccia e capillare campagna informativa per tutti gli assicurati, su tutti i maggiori mezzi di comunicazione..... ma forse siamo un po' illusi, perche' queste campagne -quando avvengono- sono quasi esclusivamente quando lo Stato deve incassare qualcosa in piu', mentre nel nostro caso, meno informazione c'e', piu' lo Stato incassa.
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