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mercoledì 20 luglio 2016

Città senza bottiglie



Nella vita ci sono poche certezze assolute, ma sicuramente una di queste è che l’acqua fa bene ed è l’unico alimento di cui non si può assolutamente fare a meno, tuttavia il dubbio che molti si pongono è: quale acqua bere? E spesso questa domanda resta senza risposta, conviene affidarsi a una soluzione domestica o meglio l’acqua in bottiglia? Una risposta definitiva non esiste. La qualità dell’acqua erogata dagli acquedotti varia sensibilmente da zona a zona, ultimamente poi sono apparse le “case dell’acqua” ampliando così la scelta ulteriormente, di certo un grosso svantaggio dell’acqua minerale è lo stoccaggio che porta a fare di bottiglie di plastica e il conseguente problema ambientale che ne comporta.

Con il tempo sempre più città hanno scelto di mettere al bando l’acqua in bottiglia, la prima è stata la cittadina di Bundanoon, una piccola città Australiana di 2500 abitanti è stata la prima al mondo a bandire l’acqua in bottiglia, come scelta per combattere l’inquinamento ambientale, sostituendola con delle case dell’acqua per le strade e dei dosatori di acqua filtrata nei luoghi pubblici come scuole o uffici. La stessa linea è stata seguita più recentemente da San Francisco e da Amburgo, queste città hanno ulteriormente alzato il tiro trattandosi di due metropoli e dimostrando così che è possibile avere acqua di qualità senza dover per forza bere acqua minerale.
Se si pensa che l’acqua in bottiglia sia nata con finalità terapeutiche e regolamentata da una legge che recita “caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute”, si capisce come dovrebbe essere un prodotto dal consumo non diffuso come ora è, mettere sullo stesso piano l’acqua potabile filtrata con quella minerale è come confrontare birra e vino, tuttavia negli anni per varie ragioni essenzialmente di marketing si considera l’acqua minerale come quella da bere e quella potabile come buona solo per lavarsi.
Quando la potabilità del rubinetto è garantita non solo dal gestore della rete, ma anche da Asl e Arpa, si può assolutamente stare tranquilli; lo stesso discorso vale per le case dell’acqua presenti in più di 500 comuni, installate per far crescere la fiducia dei cittadini nei confronti dell’acqua potabile, garantiscono acqua di qualità gratuitamente e disponibile sempre, ottima come detto per la maggior parte delle persone che non ha bisogni terapeutici ma semplicemente la necessità di bere. Qualcuno potrebbe obbiettare che l’acqua del rubinetto di casa non è la stessa, ma si sbaglia, infatti, le verifiche sono fatte dal pozzo al palazzo dagli enti preposti quindi la qualità è garantita, certo può esserci una questione legata a tubature di casa vecchie che rendono il sapore dell’acqua un po’ più pesante rispetto anche a quello di una casa dell’acqua, tuttavia non si tratta di una problematica che mette a rischio la salute ma semplicemente di una questione di gusto soggettivo.
Detto ciò, a parte delle questioni di puro gusto o necessità terapeutiche, non c’è una buona ragione per allontanarsi da casa per rifornirsi di acqua. A parte questo, il primo bilancio di attività delle “case dell’acqua” è soddisfacente: secondo i dati riportati dal sito ufficiale, l’erogazione media di ciascun impianto è di circa 2.500 litri giornalieri, corrispondenti a un risparmio di circa 1.700 bottiglie di plastica da un litro e mezzo.
Ma a chi è realmente utile questo servizio?
Per gli amanti dell’acqua gasata e per chi trascorre in giro gran parte della giornata. Per chi la vuole anche a casa ci sono depuratorid’acqua Parma casalinghi a prezzi ragionevoli e con necessità di manutenzione e assistenza depuratori minime in grado di erogarla senza dover neanche uscire a prenderla.

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