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mercoledì 16 novembre 2016

CASTELLABATE - " Riportiamo a casa i reperti archeologici da Paestum" Marco Nicoletti scrive a Spinelli e Maiuri


CASTELLABATE - In questo periodo storico in cui tutte le economie risentono ancora di grave crisi economiche ogni iniziativa creata ad incremento del turismo locale deve essere vagliata , se non lo si fa non c'è possibilità di ricrescita . Castellabate è una "miniera d'oro " inutilizzata , è il momento di agire.  La mia lettera aperta al sindaco Costabile Spinelli e al vice sindaco Luisa Maiuri .

" Carissimi Sindaco e vice sindaco, un'estate è trascorsa nel bene e nel male con all'attivo vari eventi realizzati .  Non molti sanno che il nostro territorio è sito su una immensa distesa necropoli ( tombe per gli ignoranti) , tra metà degli anni 80 e novanta non pochi sono stati i rilevamenti . Tante scatole si trovano etichettate nel museo di Paestum alcuni esposti altri ( per disinteresse e mancanza di spazio ) sono negli archivi. Mai come oggi c'è bisogno di ritornare ad essere competitivi , sul territorio e anche oltre. Vi chiedo , non vi sembra arrivato il momento di riportare quegli oggetti " a casa nostra" ?  Quel materiale storico archeologico non merita una collocazione nel nostro comune ? Una stanza un posto dopo tutti i turisti possono ammirare i nostri averi ? Anche appunto pagando un biglietto di 50 centesimi !
Ma ci rendiamo conto che ( solo un esempio) a Matera dove vanno a vedere dei sassi il turismo è vita tutto l'anno ? E noi che abbiamo più di una semplice pietra ?  Dobbiamo riportare a Castellabate e sistemare qui il materiale archeologico . Questo mi pare un'ottima momento e una grossa occasione. Basta poco. In primis la volontà vostra. "

Sconosciuta ai più la necropoli romana di San Marco di Castellabate a pochi chilometri da Salerno si estende su di una superfice di circa 7.000 metri quadrati pari all'incirca a poco meno di un campo di calcio ma è completamente (e vergognosamente) oscurata da ville private e da un grande albergo di lusso. Solo qualche "mozzicone" fuori contesto è visibile su di un viottolo panoramico che costeggia la rada del porto  il resto, composto da fosse sepolcrali dette alla cappuccina e tombe  a pianta quadrata databili I-II sec. dopo Cristo, vi si ritrovano (almeno quelle sopravvissute allo scempio edilizio)  tra i giardini fioriti, gli ombrelloni e le piscine delle dimore private. Strutture turistiche e ricettive, dunque,  che al loro interno nascondono la bellezza di 40 tombe a testa considerato che in totale sono state stimate più di 160 fosse.

Liberti ed ufficiali romani vennero tumulati in questi luoghi lungo fosse poco profonde scavate su di  un promontorio d'arenaria a picco sul mare con tutto il loro ricco corredo funerario in  gran parte recuperato ma in parte anche saccheggiato da tombaroli improvvisati (il più delle volte gli stessi proprietari?)

Una nota curiosa vuole tra i reperti ritrovati, quali brocchetti, spilloni e lucerne oltre ad iscrizioni in greco e latino  anche  un gran numero di amuleti ed oggetti  magici in particolare contro il malocchio come un campanello di bronzo la cui funzione era appunto quello di scacciare gli spiriti maligni. Viene da pensare che forse quest' ultimo talismano sarà stato utile per il defunto che lo indossava a scacciare  per lunghi secoli la  presenza di forze  oscure dalla sua tomba  ma altrettanto non lo è stato  a proteggere la stessa in epoca moderna dalla malvagità arrogante degli speculatori edilizi.


Marco Nicoletti ©

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