Il presidente della Cia Dino Scanavino: il governo Renzi riaccenda i riflettori sul settore, l’unico in controtendenza. Le aziende hanno bisogno di una scossa.
“I dati confermano la ‘tenuta’ della nostra agricoltura, ma per le imprese la strada resta ancora in salita. I costi produttivi e contributivi e l’opprimente burocrazia frenano pesantemente l’attività imprenditoriale, con dirette conseguenze sulla competitività che, purtroppo, continua a scendere. Ecco perché rinnoviamo al governo Renzi l’invito a riaccendere al più presto i riflettori sul settore primario che, con interventi e politiche efficaci, può dare un notevole contributo alla tanta auspicata ripresa, anche in termini occupazionali”. Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Dino Scanavino in merito al report dell’Istat sui conti economici nazionali.
“L’agricoltura -aggiunge Scanavino- ha dimostrato di essere l’unico settore in controtendenza. La crescita, seppur lieve, del valore aggiunto agricolo nel 2013 (più 0,3 per cento) ha dimostrato che il comparto primario ha potenzialità e risorse importanti per imprimere una svolta. Il risultato è significativo in quanto ottenuto in una fase di pesante crisi che ha visto crollare gli stessi consumi alimentari (meno 3,1 per cento). Non solo. I nostri produttori sono riusciti a venire fuori da un 2012 fortemente negativo che aveva registrato un calo netto del valore aggiunto agricolo (meno 4,3 per cento)”.
“Per dare sostanza e concretezza a questi dati è indispensabile -avverte il presidente della Cia- un vero cambio di marcia nella politica agraria nazionale, soprattutto in vista di appuntamenti determinanti come l’applicazione della nuova Pac e Expo 2015. Governo, Parlamento, Regioni devono aprire una fase nuova, dove l’agricoltura e l’agroalimentare possano giocare un ruolo centrale e propulsivo. Abbiamo bisogno al più presto di una scossa per le imprese”.
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