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mercoledì 1 febbraio 2006

Edizione 2006 della Sagra del Tartufo Nero Pregiato di Norcia


Nata negli anni '50 per dare risonanza al prodotto più ambito delle montagne nursine, la Sagra è diventata, negli ultimi anni, un'occasione particolarmente interessante per presentare, degustare o semplicemente conoscere i prodotti tipici di Norcia

Da quarantatré anni, ogni anno, la Sagra del Tartufo Nero Pregiato di Norcia, si ripropone come una lieta ed attesa ricorrenza. Nata negli anni '50 per dare risonanza al prodotto più ambito delle montagne nursine, la Sagra è diventata, negli ultimi anni, un'occasione particolarmente interessante per presentare, degustare o semplicemente conoscere i prodotti tipici di una tradizione fatta di piccoli piaceri del palato e di esperienza da ereditare.

Dall'edizione del 2005 la Sagra, contrariamente a quanto è stato finora, si sviluppa in due fine settimana, l'ultimo di febbraio e il primo di marzo. E' ovvio che la manifestazione occupa, insieme alle celebrazioni in onore del patrono San Benedetto, un posto determinante nel calendario degli eventi di Norcia. La scelta del periodo è determinata dal fatto che è proprio in questa stagione che il famoso 'Tuber Melanosporum Vittadini' si raccoglie e le quantità e la qualità sono tali che sarebbe stato inappropriato privarne gli amanti del genere.
Dal 1993 a questa parte, ovvero da quanto Norcia è entrata a far parte a pieno titolo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, la sagra ha aperto le porte anche ad espositori di prodotti tipici internazionali, della Comunità Europea e non. Ciò non va assolutamente a ledere lo scopo principale della manifestazione, in quanto la diversificazione dei prodotti offre ai visitatori una conoscenza allargata e li coccola con una molteplicità di sapori tale che rimane impossibile non apprezzare. Tutto, durante la Sagra, è concepito per dare un posto di primo piano alla gastronomia. Le vie cittadine, già meravigliose nella loro tipicità, luminose nei marmi bianchi della piazza e adornate da statue e fontane bellissime, si riempiono di stand di ogni genere. E' difficile immaginare la varietà di prodotti in cui ci si può imbattere camminando: a parte il tanto osannato tartufo, salumi, formaggi, miele, lenticchie, farro, cicerchia, cioccolato, zafferano, liquori, caffè, olio, solo per parlare dei prodotti locali. Poi, come già è stato detto, marzapane proveniente dalla Sicilia, strudel dal Trentino Alto Adige, olive dalla Calabria, mozzarelle di bufala e imburrata dalla Campania, porchetta dal Lazio, vino dalla Toscana, monili dalla Cina e dalla Polonia, pane, birra e formaggi dalla Germania. Sarebbe veramente infinita la lista di quanto è possibile ammirare e degustare sui banchi di ogni stand. L'innaugurazione avviene, generalmente, nelle prime ore del venerdì pomeriggio, e da quel momento in poi si può assistere ad un vero e proprio crescendo di visitatori e curiosi. In ogni angolo si respira sapore di buono.
All'esterno delle mura del centro storico un interessante mostra di attrezzature agricole, macchine e caminetti completano lo scenario già ricco della Sagra. A tutto ciò, si aggiungono i vari eventi organizzati da programma, per dare all'aspetto agro-alimentare un'impronta di cultura e di conoscenza autentica: convegni, annulli postali, itinerari del gusto, esposizioni, intrattenimenti folkloristici, mostre filateliche, spettacoli teatrali ed escursioni, nonché la possibilità di visitare i musei di Norcia e le loro preziosità. Durante la Sagra si ha, poi, l'unica occasione dell'anno di visitare e percorrere, come si faceva un tempio, il corridoio sotterraneo che dalla Castellina porta direttamente alla Porta detta delle Ceresce, sulle mura della città. Se si è fortuna ci si può anche trovare di fronte ad un autentico gruppo di pasquarellari che, in questa come in altre occasioni, si dilettano a deliziare il pubblico con antichi canti popolari, riportandoci, almeno per il tempo di uno stornello, al tempo in cui il bellissimo scenario che Norcia offre viveva di questi piccoli scorci di vita quotidiana. La Sagra, quindi, non è solo un'occasione per assaporare gusti di un passato che non è mai trascorso e che riafforano sulle labbra come perle rare, ma anche un modo per vivere un borgo medievale al tempo dei suoi tempi, con tutte le sfumature con cui può arricchirci.

Katia Cortelli

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