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mercoledì 2 gennaio 2008

Come lamentarsi così tanto da diventare uno scrittore famoso

Da non confondersi con il qualunquismo assoluto (di cui parleremo in seguito), la lamentela infinita è uno dei sistemi che vi porteranno ad attrarre un numero sempre maggiore di lettori talmente desiderosi di farsi rovinare la giornata da voi al punto da essere disposti addirittura a pagarvi.

Proprio così, pagare per leggere uno che si lamenta. E in effetti c'è tutta una letteratura fatta da persone il cui unico interesse nella vita è quello di lagnarsi di qualunque cosa al punto da deprimere tutti per poi successivamente lagnarsi anche di questo: perché incontro solo gente depressa? In realtà quella di fracassare i coglioni (per usare un sinonimo) è una tecnica estremamente efficace anche in politica, nel lavoro d'ufficio, nei rapporti interpersonali quando desideriamo qualcosa dagli altri e negli sport di squadra: passa qui, passa qui, passa qui, passa qui, passa qui... ma come cacchio me l'hai passata?!

Però a voi interessa fare gli scrittori (e a me scrivere tante guide utilizzando sempre le stesse poche idee), per cui degli altri settori lavorativi parlerò magari altre volte mentre per il momento vi beccate:

Come diventare uno scrittore talmente lamentoso da essere famosissimo.

Lamentatevi sempre della bassa qualità dei libri degli altri: questo è ovviamente un punto fondamentale. Ma la critica non deve essere attiva o aggressiva, del tipo: il libro di Navarra fa schifo perché l'ha scritto Navarra (più consona allo scrittore famoso antipatico) ma di tipo passivo remissivo: ah, oggi si pubblica solo spazzatura perché non ci sono autori capaci e agli editori interessa solo vendere.

Vabbe', credo che già abbiate capito tutto e che il post potrebbe fermarsi qui. In effetti sembra così facile che il 99% degli aspiranti scrittori famosi (compreso il sottoscritto) utilizzano questa tecnica. Il fatto è che per avere successo ci vuole un'applicazione perfetta che ovviamente è difficile da padroneggiare, per cui andiamo avanti con le spiegazioni.

Criticate i film tratti dai libri dicendo: sì ma il romanzo era meglio. E qui davvero non vi serve altro.

Prendetevela con un partito politico e con chiunque appoggi determinate idee: attenti però a non criticare mai il governo in generale, che è da qualunquisti! Dire qualcosa che sembri politicamente intelligente quando in realtà è solo un'insulsa lamentela è davvero difficile, per cui vi ho messo uno schema per aiutarvi. Le parti scritte in maiuscolo vanno cambiate con parole appartenenti a una determinata ideologia, etica o classe sociale che volete mortificare verbalmente, mentre quelle in corsivo vanno lasciate come sono.

OGGETTO DELLA LAMENTELA va sempre peggio. Il problema è che SOGGETTO POLITICO non gliene frega niente/rubano/sono interessati VITTIMA DELLA LAMENTELA per fare solo gli interessi/appoggiare/favorire AMICO DEL SOGGETTO POLITICO.

Esempio: il lavoro va sempre peggio. Il problema è che Berlusconi ha rubato i soldi ai lavoratori per appoggiare gli interessi della Chiesa Cattolica.
Ancora: l'economia va sempre peggio. Il problema è che ai Comunisti non gliene frega niente dei commercianti e favoriscono le Cooperative Rosse.

Attenti però a non sbagliarvi sparando una cosa del genere: la nazione va sempre peggio. Il problema è che la Chiesa ruba a Berlusconi per fare gli interessi degli omosessuali.

Se dite una cosa del genere siete fottuti, ok?

Qualsiasi cosa sia mai accaduta, accada o accadrà, in passato era meglio: mi ricordo da giovane quando per telefonare c'era bisogno del gettone, altro che questi cellulari che inquinano l'aria con le onde elettromagnetiche! O qualcosa di più lamentevole ancora: sì, oggi ci sono i computer, ma ai miei tempi era bello anche il contatto con le persone. (Specie con quelle che insultavi e che potevano picchiarti, aggiungo io).

Ancora, stufi dei recenti progressi medico scientifici potreste dire: certo che una volta quando avevi una brutta malattia almeno ti lasciavano morire in pace. Questa frase sembrerebbe associabile al qualunquismo, ma non è così perché dice una cosa vera. Ripeto che ci torneremo in seguito.

Ricordatevi le classiche lamentele stagionali: ah ma che inverno freddo! Ah quest'estate si muore dal caldo! E non scordatevi di sottolineare che odiate le feste e quanto sono state noiose le vostre vacanze.

Se avete un blog ricordatevi di allenarvi sempre nelle lamentele più sgradevoli e assurde. La mia preferita (e che vi ricompenserà con un fiume di nuovi visitatori) è la seguente: non capisco per quale motivo tutta questa gente apra un blog. Eppure un blog ce l'avete pure voi, no? Io lo trovo semplicemente geniale!

E non dimenticatevi mai del lamento generico fine a se stesso: sono stanco. Non mi va di scrivere. È un brutto periodo. È stata una brutta giornata.

I vostri lettori ne andranno pazzi.

Simone

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