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giovedì 31 gennaio 2008

La rete e' un elettrodomestico

 
La rete e' un elettrodomestico
di Alessandro Farulli

Greenreport.it Nel 1959 c'erano 15 frigoriferi e neanche 3 lavatrici ogni 100 case. Nel 1970, la lavatrice è presente nel 50% delle abitazioni, il frigo nel 76 e la TV nel 73. Oggi nella metà delle case di TV ce ne sono 2. Sono i dati di Laura Sabbadini dell´Istat, pubblicati sul venerdì di Repubblica che rivelano inoltre che oggi l´83,9% degli italiani possiede almeno un cellulare, contro il 21% del 1997. Nessun cellulare, invece, per il 3,8% delle famiglie e questo, secondo la Sabbadini, è considerato un segno di povertà. Così come, aggiunge, lo sarà nel futuro prossimo "non possedere un computer".

E' giusto dunque che oggi Nova, l'inserto del Sole24Ore, titoli la pagina centrale: «Così la rete divenne un elettrodomestico» perché è lo specchio fedele di ciò che sta accadendo. Limitandoci alla sola Italia, il tempo (calcolato dal dipartimento New media internet di Eurisko) che passiamo on line è sestuplicato negli ultimi sette anni. Anche se si scopre, sempre da Nova, che probabilmente è più il tempo che il pc lavora da solo, 'scaricando' musica, film e software, di quello che invece trascorre con un navigatore al timone. Ma quanti sono questi navigatori esperti (sempre limitandoci al nostro Paese)? Il 13%, e per esperti si intende quelli che "hanno una conversazione evoluta nei confronti della rete". Dunque navigano di più, e sfruttano di più il world wide web. Mediamente tutti gli utilizzatori di internet sono benestanti, un terzo è laureato, mentre il 3% ha solo il titolo di scuola elementare.

Dato questo significativo che riporta ancora in evidenza il problema del digital divide e dell'analfabetismo informatico. Volendo tratteggiare un quadro della percezione/condizione sociale italiana, si potrebbe dire che chi oggi non possiede un pc è considerato e si ritiene povero e se anche ce l'ha ma non lo sa usare è probabilmente anche un emarginato. Abbiamo già avuto modo di commentare, infatti, quanto affermato da Giampaolo Fabris su Affari & Finanza circa tre mesi fa: «E' ormai anacronistico parlare di prodotti di necessità (…). Si dovrebbe cambiare il paniere Istat con beni che di cittadinanza, un pacchetto cioè di beni e servizi che già le famiglie di nuova formazione devono possedere: la casa, l'automobile, l'impianto stereo, il computer, il cordless, la televisione al plasma, il lettore dvd, la jacuzzi, il condizionatore, un living particolarmente accogliente, la fotocamera digitale, l'abbonamento Sky, attrezzi per la ginnastica, il pesa persone, un indirizzo mail».

Quindi, tornando a monte, il pc e quindi il web (perché non c'è rete senza uno strumento grazie al quale la si possa navigare), sono ormai alla stregua di un elettrodomestico. La stessa cosa si può ormai dire dei telefonini. Con un titolo, dunque, il Sole ha fatto 'materializzare' quello che qualcuno diceva essersi 'dematerializzato'. La rete non è etere, perché serve energia e materia per farla funzionare. Guarda caso (Repubblica) ieri in Egitto si sono rotti un paio di cavi sottomarini (galeotta fu un'ancora) e India e gran parte del Medio Oriente sono rimaste al buio di internet.

Gli esperti si sono già spesi dicendo che un incidente analogo non potrebbe accadere in Europa e Usa, ma solo perché "il traffico (nel caso) verrebbe dirottato su strade secondarie", mentre in Egitto "i grandi disagi di oggi" sarebbero dovuti "soprattutto alla povertà dei collegamenti fra paesi coinvolti".

Preso per acquisito che il computer e i collegamenti web siano divenuti "bisogni" e che quindi vi sia la necessità di ridurre il digital divide per poterli soddisfare, c'è anche da tenere presente il fatto che come abbiamo detto alcuni giorni fa, il pasto non è assolutamente gratis sia socialmente appunto, sia ambientalmente.

Socialmente, perché ridurre il digital divide è un obiettivo buono e giusto e migliorare la rete nei paesi in via di sviluppo significa in parte anche migliorare la loro qualità della vita. Ambientale, perché flussi di materia e flussi di energia sono pienamente sfruttati nella e per la rete. Serve materia per costruire i pc, i cavi, i server ecce. ecc. e serve energia per farli funzionare.

E i dati confermano che entrambe le voci sono in continua crescita con buona pace dei dematerializzatori. Già prendere atto di questa complessità, sarebbe un bel passo avanti. Governarla poi, è l'orizzonte cui mirare.



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