Il diabete affronta le sfide della medicina moderna e la lotta alla più diffusa patologia nei paesi industrializzati si arma di nuovi ritrovati farmacologici di indubbia efficacia; ciò nonostante, la comunità medico scientifica si interroga e concentra i suoi sforzi sulle varie opportunità di prevenzione atte a scongiurare l'insorgere della malattia. E' questo il principale risultato del corso di aggiornamento sulla gestione nutrizionale del paziente diabetico, organizzato dall'ADI - Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica - a Matera il 9 e 10 maggio.
"Una patologia che si manifesta anche come conseguenza a medio-lungo periodo di una cattiva alimentazione non può non tentare di risolversi attraverso la rimozione delle cause che l'hanno determinata" - chiarisce Carmela Bagnato, Responsabile Nutrizione Clinica e Dietetica dell'Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, organizzatrice del corso - "Dunque ancor prima di intraprendere un trattamento farmacologico, occorre rivedere le abitudini nutrizionali del paziente. Fortunatamente oggi gli effetti positivi di una sana gestione alimentare possono essere comunque amplificati e prolungati, ove se ne ravvisi il bisogno, da un apporto curativo specifico."
Quasi sempre un calo ponderale, associato ad una nuova cultura nutrizionale, diventa fondamentale per ridurre drasticamente la maggior parte di rischi determinati dagli abusi alimentari: dislipidemie, iperglicemie, iperuricemia oltre, naturalmente, al diabete vero e proprio. I numerosi medici che si sono alternati nelle relazioni hanno fornito le differenti prospettive di studio della vasta problematica: dalle raccomandazioni per la terapia nutrizionale, alla dieta ipoproteica ed allo stile di vita del paziente diabetico.
La ricerca medico scientifica è oggi rivolta all'individuazione di cure sempre più equilibrate ed è prevalentemente orientata verso la produzione di nuove insuline differenziate e di soluzioni nutrizionali capaci di curare il diabete e le complicanze a lungo termine della malattia.
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