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mercoledì 17 ottobre 2018

Computer quantistici, neutrini cosmici e terapie anti-cancro: ISSNAF premia i giovani scienziati italiani negli Usa

Nuove tecnologie per affrontare l'invecchiamento della popolazione al centro dell'evento annuale

promosso dalla Fondazione il 22 e 23 ottobre all'Ambasciata Italiana di Washington


COMPUTER QUANTISTICI, NEUTRINI COSMICI E TERAPIE ANTI-CANCRO

ISSNAF COMPIE 10 ANNI E PREMIA I CERVELLI ITALIANI IN NORD AMERICA
"LONGEVITY": RICERCA E ROBOT PER LO SVILUPPO DELLA SILVER ECONOMY



In finale 15 giovani studiosi. Premio alla carriera al neuroscienziato Emilio Bizzi, docente MIT



WASHINGTON DC, 17/10/2018 – C'è chi sta lavorando alla costruzione di un computer quantistico in una delle pochissime aziende al mondo in grado di farlo, chi ha contribuito alla scoperta dell'origine dei misteriosi neutrini cosmici, nell'universo profondo, e chi sta sperimentando terapie innovative per curare il cancro e la leucemia. Scorrere le storie dei 15 finalisti degli ISSNAF Awards significa fare un viaggio tra eccellenze spesso poco conosciute in Italia, ma che tengono alto il nome della nostra ricerca negli Stati Uniti e in Canada.

Il 22 e 23 ottobre, nel corso dell'evento annuale di ISSNAF all'Ambasciata italiana di Washington, che gode dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, saranno premiati i 5 migliori, nei cinque premi tematici: Paola Campese Award per la ricerca sulle leucemie; IBM-Bio4Dreams Award per la ricerca in medicina bioscienze scienze cognitive, Anna Maria Molteni Award per la matematica e la fisica, Franco Strazzabosco Award per l'ingegneria, ISSNAF Award for Young Investigators in scienze ambientali, astrofisica e chimica. È già deciso invece chi si aggiudicherà il Life Achievement Award 2018: andrà a Emilio Bizzi, neuroscienziato nato nel 1933 a Roma, ricercatore e docente al Massachusetts Institute of Technology (MIT), il "premio alla carriera" di ISSNAF. Le ricerche di Bizzi, che per anni è stato presidente dell'American Academy of Arts and Sciences, riguardano il modo in cui il cervello elabora e traduce le "intenzioni di movimento" in effettivi e dettagliati comandi ai muscoli.

«La ricerca, la scienza, la tecnologia, l'innovazione e il costante anelito a conquistare nuove frontiere della conoscenza fanno da sempre parte del patrimonio genetico degli italiani – è il commento dell'ambasciatore dell'Italia negli Usa Armando Varricchio –. L'ISSNAF, che quest'anno festeggia il decennale della nascita, con i suoi oltre 4000 iscritti rappresenta un'istituzione di riferimento per i numerosi italiani che decidono di compiere studi e ricerche in Nord America. Il ruolo della Fondazione è stato ed è fondamentale per rafforzare i legami e i contatti tra le due sponde dell'Atlantico nei settori della ricerca e della scienza e per mettere in luce con il pubblico americano il ruolo di primaria importanza svolto in questi campi dai cittadini italiani, ovunque e ad ogni livello in Nord America».

Terza età, cambiamento demografico e innovazione scientifica

L'evento sarà l'occasione, per la fondazione ISSNAF (Italian Scientists and Scholars of North America Foundation), di celebrare i suoi primi 10 anni di vita: l'organizzazione è stata infatti fondata nel 2008 su iniziativa di 36 noti scienziati ed accademici tra cui 4 Premi Nobel. Il tema di questa edizione è "Longevity: the Impact of Research, Economics, AI and Robotics to Live longer, better Lives". Nel 2025 si prevede che saranno 1,2 miliardi le persone con almeno 60 anni di età. Questo cambiamento sarà affrontato in due modi: il primo panel si concentrerà sull'impatto della longevità su economia e società; il secondo su come la tecnologia (robotica, intelligenza artificiale, realtà aumentata) contribuirà a darci vite più salutari, lunghe e migliori.

Con 4 mila affiliati e un network che raggiunge gli 8 mila contatti, ISSNAF rappresenta la più vasta rappresentanza di ricercatori e studenti italiani in Nord America, dove è organizzata con 18 chapter di cui 8 territoriali, l'ultimo nato dei quali è quello della Bay Area in California, e 10 tematici, più Young ISSNAF, il "network nel network" degli under 40. La fondazione è in grado di mettere in contatto oltre 300 centri di eccellenza dalla ricerca all'accademia e ha sostenuto oltre 80 borse di studio negli ultimi 3 anni, in collaborazione con istituzioni italiane, statunitensi e canadesi.

«I primi dieci anni sono un traguardo importante per una realtà in continua crescita come la nostra – dichiara il presidente della fondazione ISSNAF Vito M. Campese –. Il nostro sguardo è rivolto sempre al futuro: il tema della Silver economy e di una vita che si fa sempre più lunga, ci propone sfide inedite perché i problemi che ci consegna sono proprio il frutto del miglioramento delle nostre vite prodotto dall'innovazione sanitaria, scientifica e tecnologica. Tramutare queste difficoltà in opportunità è la sfida stimolante di cui discuteremo con esponenti dell'impresa e del mondo scientifico».

ISSNAF Annual Event 2018 a Washington: il programma

Il 22 ottobre alle 14.30 l'ambasciatore Armando Varricchio introdurrà con il presidente ISSNAF Vito M. Campese i lavori. Luigi Ferrucci, direttore scientifico del National Institute of Aging, terrà un key note speech. Seguiranno i due panel, introdotti dall'executive director di ISSNAF Monica Veronesi. Il primo, "The impact of Longevity on the world's economy and society", sarà moderato da Nurith Aizenman, giornalista della National Public Radio – USA: interverranno Maurizio Vecchione, Executive Vice President for Global Good & Research a Intellectual Ventures, Inc., Maura Francese, Senior Economist del Fondo Monetario Interazionale e Marina Silverii, direttore di Aster. Sarà proiettato un video in cui Mario Pesaresi, vice presidente esecutivo di Fondazione Marche, presenterà il progetto Innov-Aging. Alle 17.15 il secondo panel dal titolo "Lifestyle, AI, Innovation and Longevity: Living longer, better lives" sarà moderato dalla giornalista Maria Teresa Cometto. Si confronteranno Paolo Sassone-Corsi, della University of California, Alessandro Bartolomucci, della University of Minnesota Medical School, Fabrizio Renzi, Director of Research Initiatives IBM Italia, e Michele Lynch Public Policy and Government Relations Manager di Google. Sarà poi consegnato il Lifetime Achievement Award 2018 a Emilio Bizzi, introdotto da Massimo Piattelli-Palmarini, vice presidente di ISSNAF, e da Alberto di Mauro, rappresentante di ISSNAF per l'Italia. L'intera mattina del 23 ottobre sarà la dedicata agli ISSNAF Awards. Dopo l'introduzione di Vito M. Campese, i 15 finalisti presenteranno i loro progetti. Le giurie dei cinque premi si riuniranno e, dopo un intervento dell'ambasciatore Armando Varricchio, saranno consegnati i premi ai cinque vincitori.

ISSNAF AWARDS 2018, ECCO I 15 FINALISTI E LE LORO RICERCHE


Saranno premiati il 22 e 23 ottobre, nel corso dell'evento annuale di ISSNAF all'Ambasciata italiana di Washington, i 5 migliori giovani scienziati italiani in Nord America nei cinque premi tematici: il Paola Campese Award per la ricerca sulle leucemie; l'IBM-Bio4Dreams Award per la ricerca in medicina bioscienze scienze cognitive, l'Anna Maria Molteni Award per la matematica e la fisica, il Franco Strazzabosco Award per l'ingegneria, l'ISSNAF Award for Young Investigators in scienze ambientali, astrofisica e chimica. Per ogni premio sono tre i finalisti selezionati. È già deciso invece chi si aggiudicherà l'ISSNAF Life Achievement Award 2018: andrà al neoruscienziato Emilio Bizzi.

PAOLA CAMPESE AWARD FOR RESEARCH IN LEUKEMIAS

Alice BertainaHaploidentical stem cell transplant and gd T cells: a new anti-leukemia tool for every child
Originaria di Bordighera (Imperia) e laureata in Medicina a Pavia, dopo quasi dieci anni di esperienza clinica al Bambin Gesù di Roma è partita per Stanford, dove al lavoro clinico ha potuto affiancare la ricerca. Un caso particolare, quello di Alice, che ha esportato una scoperta italiana negli Stati Uniti e non viceversa. È specializzata nel trapianto di cellule staminali nei bambini con leucemia acuta e rare malattie genetiche. Normalmente il donatore di midollo deve essere compatibile al 100 per cento. Al Bambin Gesù è stata attivata una strategia di manipolazione del trapianto usando il midollo di madre o padre che sono compatibili solo al 50 per cento. Negli Stati Uniti Alice vuole ottimizzare i risultati ottenuti, preparando in laboratorio cellule 'killer' da infondere post trapianto per prevenire la ricaduta.

Lorenzo Brunetti Harnessing CRISPR/Cas9 to reveal oncogenic dependencies in acute myeloid leukemia
Nato a Napoli nel 1983, è un borsista post-dottorato al Baylor College of Medicine di Houston. Laureato in Medicina all'Università Federico II di Napoli, ha completato la sua formazione clinica in ematologia e il dottorato in Medicina molecolare presso l'Università di Perugia. Negli Stati Uniti ha perfezionato un protocollo per modificare in modo efficiente il DNA di cellule del sangue normali e maligne e la sua attuale ricerca si concentra sull'applicazione di questa tecnica per scoprire nuovi meccanismi molecolari che causano la leucemia. I risultati del suo lavoro sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Cancer Cell.

Paolo Cifani The Quantitative Cancer Proteomics Atlas: functional proteomics for precise cancer diagnosis
Nato a Fermo nel 1981, laureato in biotecnologie industriali all'Università di Padova, lavora nel laboratorio del Memorial Sloan-Kettering di New York, il più antico ospedale oncologico e uno dei migliori al mondo. Nato nel 1981 a Fermo, nelle Marche, ha conseguito la laurea all'Università di Padova. Nel mezzo, una parentesi in un'azienda farmaceutica di Abano Terme (Padova) e un dottorato alla Lund University in Svezia dove ha imparato la tecnica spettrometria di massa applicata alle proteine. Metodo che Cifani ha sviluppato come strumento di ricerca testandolo anche per l'analisi di campioni clinici in ospedale. Analizzando le proteine che hanno un ruolo importante nel controllare la crescita delle cellule tumorali, si possono sviluppare terapie più efficaci basate su farmaci in grado di "spegnerne" l'attività.

IBM-BIO4DREAMS AWARD FOR RESEARCH IN MEDICINE,

BIOSCIENCES AND COGNITIVE SCIENCES


Paolo Mita Mechanism of BRCA1 Suppression of L1 Retrotransposon Activity
Nato a Chieti e cresciuto a Brindisi, 41 anni. Laureato all'Università del Salento a Lecce, ha vinto una borsa di studio all'Università Federico II di Napoli e dal 2005 al 2006 e, dopo una parentesi di due anni come ricercatore nel dipartimento di biologia molecolare dell'Università Johns Hopkins, è ricercatore in biologia molecolare e cellulare al New York University Langone Health. «Assieme alla mia squadra - spiega - sto analizzando i retrotrasposoni Line-1 da un punto di vista molecolare. Lo scopo dell'indagine è analizzare quali sono i possibili collegamenti con malattie che interessano l'uomo, in particolare il cancro».

Raffaella Pippa The role of MITF in prostate cancer aggressiveness
Nata a Venosa (Potenza) e laureata in Biologia all'Università di Parma, 38 anni, lavora come ricercatrice al Thomas Jefferson University of Philadelphia, dopo un dottorato a Barcellona e un periodo di ricerca all'Università scozzese di Dundee. La sua ricerca si focalizza sul cancro alla prostata metastatico, la forma più pericolosa di questo tumore che, quando rilevato nelle fasi iniziali, è facilmente curabile, ma nella sua variante aggressiva può essere mortale. Con il suo team di ricerca ha scoperto che esiste una proteina, una nucleoporina, chiamata POM121, che è sovra espressa nelle varianti più aggressive del cancro alla prostata. Ciò presuppone una maggiore facilità di entrare e uscire delle macromolecole (con le quali l'attività cellulare aumenta e il tumore è attivato). Ha inoltre scoperto che la stessa proteina permette l'entrata di certi oncogeni. Creare un farmaco che inibisca l'azione della proteina POM121, potrà aiutare a inibire anche molte altre forme di cancro.

Roberta ZappasodiIdentification of non-conventional inhibitory T cells as a biomarker of immune checkpoint blockade
Nata a Cesena, 37 anni, Roberta ha studiato Biotecnologie Mediche all'Università di Bologna e ha conseguito un dottorato all'Istituto Nazionale dei Tumori a Milano. Ora lavora al al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. Studia meccanismi d'azione mirati per abbattere le resistenze a una classe di farmaci immunoterapici, che vanno sotto il nome di checkpoint blockade, in quanto bloccano i freni molecolari allo scatto della risposta immune. Oggi, infatti, siamo già allo step successivo con l'utilizzo di questi immunoterapici: la ricerca di come superare le resistenze. Questo approccio ha rivoluzionato la storia clinica di malattie come il melanoma metastatico e il tumore al polmone. Ma non tutti i pazienti rispondono, e alcuni di quelli che rispondono possono sviluppare recidive in un secondo tempo. È fondamentale ora capire perché questo accade e intervenire farmacologicamente in modo preciso per evitare che accada. Lavorando in questa direzione, Roberta ha individuato una nuova popolazione di linfociti immunoregolatori, che vanno a limitare le risposte immunologiche contro il tumore, e che possono interferire con l'attività degli inibitori dei checkpoint immunologici. In particolare, Roberta ha osservato che l'inibizione del famoso checkpoint CTLA-4 aumenta i livelli di questa popolazione cellulare. 

ANNA MARIA MOLTENI AWARD IN MATHEMATICS AND PHYSICS

Marzia Angela CremonaProbabilistic 𝐾-mean with local alignment for functional motif discovery
Liceo a Crema, laurea in Matematica all'Università degli Studi di Milano, dottorato in Metodi e Modelli Matematici per l'Ingegneria al Politecnico di Milano. Marzia Angela Cremona, 31 anni, oggi è «Bruce Lindsay Visiting Assistant Professor» al Dipartimento di statistica dell'Università Statale della Pennsylvania. Lavora a stretto contatto con un team di biologi. «In breve - spiega - mi occupo di analizzare i dati che riguardano il genoma umano cercando di individuare degli schemi, 'pattern', per così dire ricorrenti. Un metodo che consente, ad esempio, di analizzare nel dettaglio le mutazioni per capirne eventualmente le origini». Il campo è quindi quello delle cosiddette «scienze omiche» ovvero quelle discipline che utilizzano tecnologie sperimentali per produrre ingenti quantità di dati, utili per la descrizione e l'interpretazione dei sistemi biologici. In questo caso quello umano.

Riccardo Manenti Unsupervised Machine Learning on a Hybrid Quantum Computer
Il computer quantistico è la prossima frontiera dell'informatica, ma per arrivarci servono buoni fisici. Uno di loro è Riccardo Manenti, milanese classe 1989, che da un anno lavora come "ingegnere quantistico" alla Rigetti Computing, la startup di Berkeley, California, che ha raccolto circa 110 milioni di dollari di investimenti per arrivare a costruire il primo computer quantistico ad alte performance. Una nuova "corsa all'oro" nella Silicon Valley, in cui sono impegnati pochissimi colossi dell'informatica e del web: Intel, Google, Ibm oltre a Rigetti. Manenti ha sviluppato un algoritmo quantistico con lo scopo di risolvere un problema di ottimizzazione, noto come "clustering", in un computer quantistico da 19 qubit. La sua ricerca sarà presto pubblicata sull'autorevole rivista Science Advances.

Guido PaganoTrapped Ion crystals for large scale quantum computing and simulation
Napoletano classe 1985, laurea in Fisica tra Milano e Roma e un dottorato alla Normale di Pisa, da tre anni è ricercatore nel Gruppo di ricerca Christopher Monroe dell'Università del Maryland, vicino Washington DC. Lì studia una particolare applicazione di Quantum computing. Pagano lavora sulla simulazione quantistica con gli ioni intrappolati in una trappola di Paul criogenica. Il gruppo di ricerca ha recentemente dimostrato come la piattaforma di ioni intrappolati possa essere utilizzata per realizzare nuovi stati di materia (cristalli temporali) e per eseguire simulazioni quantistiche di modelli di spin che non possono essere risolti con i computer classici.

FRANCO STRAZZABOSCO AWARD FOR ENGINEERS

Antonio D'Amore ­– Engineering the mitral valve: bioinspired control of structure and function for enhanced in-vivo performance
Palermitano di 41 anni, laureato in Ingegneria meccanica all'Università di Palermo, dopo la laurea specialistica in Ingegneria biomedica all'Imperial College di Londra, studia le proprietà dei tessuti e consegue un dottorato in Biomechanics and Tissue Engineering all'università di Pittsburgh. Lavora a una tecnologia di protesi che permetta di creare una valvola cardiaca 'adattabile' al corpo umano. Un modo per superare il limite delle attuali valvole meccaniche e delle bioprotesi che, costruite con materiali tra cui il metallo o tessuti derivati dagli animali, costringono il paziente a dipendere a vita dai farmaci anticoagulanti o si deteriorano prematuramente. «Assieme al mio gruppo di ricerca», spiega D'Amore, «sto testando l'impiego di strutture di supporto, che potremmo definire temporanee, in grado di combinarsi con le cellule del paziente. L'idea è che una volta impiantato questo supporto si degradi e venga rimpiazzato dal tessuto prodotto dal paziente stesso». In questo modo si potrebbe incrementare la vita utile delle protesi, svincolandosi dall'uso della terapia anticoagulante. Tra i vantaggi la possibilità di effettuare un solo intervento d'impianto.

Filippo Mangolini Engineering material surfaces for extreme environments and conditions far from equilibrium
Filippo Mangolini da anni studia da un lato le superfici dei materiali sottoposte a condizioni estreme, dall'altro i lubrificanti più efficienti: l'obiettivo delle sue ricerche è capire quali sono i più adatti a resistere a temperature altissime, o a fornire il minor attrito possibile a pressioni molto forti. Materiali utili anche per le applicazioni spaziali, come la stazione spaziale orbitante. Nato a Seregno (provincia di Monza e Brianza) nel 1982, laureato in ingegneria al Politecnico di Milano, consegue il dottorato all'ETH di Zurigo, e oggi è professore assistente alla University of Texas. La sua ricerca riguarda le relazioni fra le proprietà dei materiali e il loro comportamento quando sono sottoposti a stress meccanici o termici.

Sheila RussoSmaller, smarter, softer robots for minimally invasive surgery
Robot di precisione che assistono i chirurghi durante gli interventi più complessi: sono l'oggetto di ricercar di Sheila Russo, ingegnere di Orbetello (Grosseto) di 33 anni, laureata all'Università di Pisa e con un dottorato alla Scuola Superiore Sant'Anna nell'Istituto di Biorobotica. La sfida per il team internazionale guidato da Russo non è da poco: l'ambizione è infatti produrre robot in miniatura e leggeri. «Stiamo sviluppando dei prototipi che consentano ai chirurghi di effettuare interventi complessi al colon» racconta Russo. Ci vorranno anni per arrivare ai test sugli esseri umani, intanto però un robot è già stato utilizzato con successo su del materiale biologico ricavato da uno stomaco animale.


ISSNAF AWARD FOR YOUNG INVESTIGATORS – ENVIRONMENTAL SCIENCES, ASTROPHYSICS AND CHEMISTRY

Alessandro Bertucci Hybrid Nucleic Acid-Porous Silicon Nanostructured Materials for microRNA-Targeted Nanomedicine
Nato a Parma nella sua Università si è laureato, il chimico 31enne porta avanti all'Università di San Diego un progetto legato alle biomolecole e ai nanomateriali. «Lo studio interessa l'ambito bio-medico – spiega Bertucci –, focalizzandosi sull'interfaccia tra materiali funzionali e ingegneria biomolecolare. Stiamo cercando di sviluppare nuove applicazioni basate su nanoparticelle di silicio poroso e DNA nanotechnology. Il fine è aiutare la diagnosi, l'individuazione, e, possibilmente, la cura del cancro». Un settore di ricerca in cui si stanno facendo passi da gigante tanto che tra gli addetti ai lavori si parla di una futura «medicina personalizzata» possibile grazie all'uso di nanomateriali e acidi nucleici artificiali.

Sara BusonHighly Energetic Messengers from the Sky: A Roadmap throughout the Universe
Lo scorso luglio la National Science Foundation (NSF) ha rivelato di aver individuato per la prima volta una sorgente di neutrini cosmici ad alta energia, particelle che viaggiano nello spazio ed accompagnano i raggi cosmici. L'astrofisica Sara Buson, dell'equipe del Fermi Large Area Telescope (LAT) della NASA, è stata una protagonista della scoperta, avvenuta il 22 settembre 2017 quando, a poche ore di distanza, prima l'osservatorio IceCube ha rilevato un neutrino, e poi il telescopio Fermi-LAT ha visto un fascio di raggi gamma che colpivano la Terra, emessi da una sorgente nella stessa regione di cielo del neutrino. Per la prima volta si è così riusciti a identificare l'origine del neutrino cosmico. Nata a Pernumia (Padova) e laureata in astrofisica all'Università di Padova dove ha poi conseguito il dottorato di ricerca e proseguito la carriera con un post-doc, la scienziata 38enne è arrivata negli Stati Uniti nel 2015, vincendo una post-doc fellowship presso il Goddard Space Flight Center della NASA.

Manuela GirottoA Multi-Satellite Assimilation and Modeling Platform to Construct a Global and Complete view of the Hydrologic Cycle
Originaria di Treviso, laureata in ingegneria ambientale all'Università di Padova, Manuela Girotto, 35 anni, è research scientist per la NASA, dove si occupa di «hydrologic data assimilation». Studia le acque della Terra attraverso i dati e le immagini raccolti dai satelliti per prevedere e studiare i fenomeni meteo. In particolare analizza le cosiddette «groundwater», le acque sotterranee indispensabili per l'irrigazione dei campi, il rifornimento delle reti idriche cittadine o i processi industriali. «Uno dei miei ultimi studi - spiega - riguarda l'India. Grazie all'utilizzo dei satelliti è possibile stabilire dove sono collocate le falde acquifere e in che misura e perché si esauriscono al di sotto della superficie terrestre».

2018 ISSNAF LIFETIME ACHIEVEMENT AWARD
Emilio Bizzi Neuroscienziato nato nel 1933 a Roma, è ricercatore e docente al Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston. Dal 2006 al 2009 è stato presidente dell'American Academy of arts and sciences. Le sue ricerche riguardano il modo in cui il cervello elabora e traduce le "intenzioni di movimento" in effettivi e dettagliati comandi ai muscoli.




2018 ISSNAF Annual Event
Longevity: the Impact of Research, Economics, AI and Robotics to Live longer, better Lives
October 22nd and 23rd – Embassy of Italy - Washington, DC


Che cos'è ISSNAF
Fondata nel 2008 sotto gli auspici dell'Ambasciata Italiana negli Stati Uniti su iniziativa di 36 noti scienziati ed accademici, tra cui 4 Premi Nobel, ISSNAF (Italian Scientists and Scholars of North America Foundation) è un'organizzazione non profit, la cui missione è quella di promuovere la cooperazione in ambito scientifico, accademico e tecnologico tra ricercatori e studiosi italiani che operano in Nord America ed il mondo della ricerca in Italia.
Con un network di oltre 4.000 affiliati, che annovera illustri scienziati e giovani ricercatori, ISSNAF è il maggiore rappresentante della diaspora intellettuale italiana in Nord America e un ponte che collega le due rive dell'Atlantico, per consentire la condivisione e la diffusione di un inestimabile patrimonio conoscitivo.
Nella sua attività, ISSNAF collabora con altre organizzazioni e fondazioni, istituzioni ed enti governativi, tra cui il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, il Ministero della Salute e quello degli Affari Esteri, l'Ambasciata Italiana, la rete Consolare e degli Istituti Italiani di Cultura negli Stati Uniti e in Canada.

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