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domenica 27 gennaio 2008

Politica: Italia dis-fatta

Buongiorno Lucio,

ho letto e apprezzato il tuo articolo ma come linea editoriale di solito preferiamo che i post di carattere politico, soprattutto contenenti affermazioni che possono essere ritenute offensive (per es.: piduista, bandito..) vengano direttamente pubblicati dai loro autori e non avallati dalla ns. redazione.

Scopo del sito è mettere in connessione le persone, non dividerle.

Ma venendo alle tue riflessioni, personalmente sono DISPERATO per l'incapacità della nostra classe politica di rinnovare servizi pubblici come infrastrutture per la mobilità sostenibile, sanità, istruzione..

..per non parlare delle politiche per il lavoro, le riforme costituzionali mai fatte (legge elettorale assurda, abolizione di amministrazioni inutili.. vedi per es. le province ecc), l'AMBIENTE...

Non sono un qualunquista, ma un cittadino che crede nell'impegno civico e che non si vergogna di lavorare 10 ore al giorno per uno stipendio da sopravvivenza (e io sono tra i fortunati), pagare tutte le tasse, esigere gli scontrini, fare la raccolta differenziata sia per i normali rifiuti che per quelli speciali (per i quali non esistono i cassonetti sotto casa ma i centri di raccolta comunali), rispettare il codice stradale..

Sono solo una goccia - ma una tra le tantissime come me - in un oceano in cui vedo anche nei minimi comportamenti quotidiani favoritismi, piccole e grandi infrazioni, menefreghismi..

Popolo storicamente sempre suddito, evidentemente, non è nel nostro DNA il concetto di cittadinanza attiva, nonchè quello del contribuente.
Le tasse sono tutti balzelli da evitare. Chi non lo fa, è un fesso... Anche perchè poi "per come viene gestito il gettito fiscale..."


Non c'è ideologia che tenga. Ci sarebbero i Valori ma ormai anche quelli fanno parte di una sigla partitica.

C'è gente che in questi giorni brinda e fa caroselli, come quando una squadra di calcio vince qualcosa (peccato che è un gioco - pure poco pulito - e le sorti dei tifosi non cambiano).

Ma ora chi ha vinto?

Di sicuro non il Popolo Italiano, andremo a rivotare...ma per chi?

E con tutto quel che costa.

E parteciperanno al voto un po' più della metà degli aventi diritto.. tanta è la sfiducia in un Italia spaccata e difficilmete governabile.

Tranne quando nel governo tutti sono d'accordo a curare per bene i loro interessi.

E così, a quanto pare, abbiamo la classe politica che ci meritiamo.

Ma che vergogna andare sui tg esteri con certe immagini dei "nostri" parlamentari.

O erano scontri tra hooligans e scenette da avanspettacolo?
Meglio una grande fiction: Il gRANDE (ed ingordo) parlamento Italiano.

Andrea Pietrarota, www.CorrieredelWeb.it


Il 25/01/08, Lucio Garofalo <garofaloluc@tiscali.it> ha scritto:


All'incirca un anno fa scrissi il seguente articolo che vi propongo. Rileggendolo, io stesso mi sono impressionato per la mirabile ed inquietante "virtù" profetica (degna della mitica Cassandra o del geniale Pasolini) che ho dimostrato di possedere.
Spero che non venga scambiata per altro, ovvero per iettatura.
Ecco l'articolo.
Ricordate il DODECALOGO?

In un triste giorno di Quaresima dell'anno Duemilasette, sul monte Citorio, dio (alias la Curia vaticana) dettò a Mosè (alias Prodi bis-chero) i 12 comandamenti da impartire agli it-alieni. Vediamo quali erano nel dettaglio i 12 precetti neodemocristiani.

Io sono il tuo governo sovrano:

1) Non avrai altro governo al di fuori del bis-chero (tranne un esecutivo di coalizione neocentrista-piduista, vale a dire all'insegna della "Grande abbuffata moderata" o "Grande ammucchiata" di stampo massonico-mafioso).

2) Non nominare invano i DI.CO o i Pacs (ma neanche i fax, né i Thugs, i Flinstones, gli Adams e tanto meno i Simpson).

3) Ricordati di santificare le Ceneri (e di bruciare gli eretici e le streghe).

4) Onora Andreotti, Cossiga e Pininfarina (i veri padri della Patria democristiana).

5) Non uccidere i ricchi, ma soltanto i poveracci (vedi le stragi e gli stillicidi sul lavoro).

6) Non fornicare con Mastella e Formigoni (ma nemmeno con Bindi, Moratti e Binetti).

7) Non derubare i padroni, ma soltanto gli operai (come la Democrazia Cristiana e i suoi degni eredi insegnano).

8) Non dire falsa testimonianza, ma nemmeno la verità (Andreotti docet).

9) Non desiderare la nostra poltrona.

10) Non desiderare il nostro stipendio.

11) Non desiderare la nostra pensione.

12) Non desiderare soprattutto la nostra caduta anticipata (altrimenti perdiamo il diritto alla pensione).

Amen (una montagna di risate li seppellirà!)

I NUOVI DEMO(ni)CRISTIANI
I nostri ineffabili governanti, non solo ci mancano continuamente di rispetto offendendo la nostra intelligenza, ma violano il mandato elettorale che gli abbiamo conferito (ma quando ci toglieremo il brutto vizio di andare a votare?) contravvenendo ad un patto siglato con chi li ha deputati in Parlamento. Ormai è fin troppo chiaro che questi nuovi democristiani ci hanno elegantemente raggirato, sfruttando il nostro voto solo per scalare il potere, facendoci credere di salvare l'Italia e la povera democrazia italica dall'insidia costituita dal "cavaliere nero", che non è Zorro, il giustiziere dei poveri, bensì un bandito mascherato che vive ad Arcore e fa il giustiziere dei ricchi, ma soprattutto difende e persegue i propri interessi di arci-multimiliardario. Non certo in funzione antiberlusconiana, ma in chiave antioperaia ed anticomunista va interpretata la caduta e la (finta) crisi del governo Prodi, avvenuta il giorno delle Ceneri, data di inizio della Quaresima, nell'anno del Signore Duemilasette.

Per avere totalmente mano libera si sono inventati una grottesca crisi governativa, servita in realtà a camuffare e propiziare un golpe istituzionale (una sorta di blando e piccolo Termidoro italico), un "dolce regalo" che ha consentito di rapinare (ancora una volta) i lavoratori italiani:
il Dodecalogo neodemocristiano che ha causato altri lutti e altre sciagure, altri scippi ed espropri di massa legalizzati, altre "missioni di pace", altre nefandezze ed infamie, altre imboscate e altri inganni a scapito della classe operaia it-aliena, in barba alla tanto amata e bistrattata Carta costituzionale.

Diamo definitivamente addio agli articoli 1, 2, 3, 4, 7, 11, … della nostra Costituzione. Basta leggerli con un minimo di attenzione per capire quanto sia inapplicata e disattesa (da sempre, cioè da quando fu promulgata) la Costituzione repubblicana del 1948.

Infatti, nei 12 punti della "svolta neodemocristiana" non si faceva più menzione dei DI.CO., quei ridicoli ed innocui (eppure assai invisi alle gerarchie vaticane) surrogati dei PACS, non si ravvisava più alcuna attenzione e sensibilità verso le gravi emergenze sociali che affliggono il Paese, in primis la precarietà del lavoro, ma venivano formulate poche enunciazioni assai vaghe e generiche, facilmente rinnegabili, nel senso che non significavano nulla di concreto, ma soprattutto nulla di sinistra!

Infine, gli ultimi due punti (11 e 12) del suddetto Dodecalogo, erano invece più netti e precisi, perciò più pericolosi, in quanto sancivano l'istituzione, in forma surrettizia ed anticostituzionale, di quel super-premierato che il bandito Berlusconi ha cercato invano di costruire in Italia. Ci voleva un governo sedicente di centro-"sinistro" per riuscire nell'impresa, che aveva il sapore di un vero "golpe istituzionale", seppure attuato in maniera soffice e, apparentemente, indolore. Purtroppo per noi, per la fragile e incompiuta democrazia italiota. Nemmeno il bandito di Arcore era riuscito a fare tanto, cioè a realizzare una simile porcata anticostituzionale.

In seguito venne il V-DAY AFTER e tutti i potenti vissero felici e contenti.
Infine, giunse Madre Mastella da Ceppaloni a rovesciare il governo e sancire un'ulteriore svolta a destra...

Lucio Garofalo

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