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martedì 15 gennaio 2008

PARLARE DI LUCE E¹ ANCHE PARLARE DI ENERGIA


AIDI, Newsletter 15 gennaio 2008


PARLARE DI LUCE E’ ANCHE PARLARE DI ENERGIA


IL TEMA ENERGETICO NAZIONALE AFFRONTATO RECENTEMENTE DAL PRESIDENTE DI A2A  ZUCCOLI IN DUE INTERVISTE A “IL SOLE -24 ORE” E A “RAI 3” CON CHIAREZZA DOPO DECENNI DI SILENZI E IPOCRISIE  -  IL MONDO DELL’INDUSTRIA DELLA LUCE ITALIANA OGNI GIORNO IMPEGNATO A COMPETERE A LIVELLO GLOBALE CON IL COSTO DELL’ENERGIA PIU’ALTO NEL MONDO DEVE FARE PROPRIA CON DETERMINAZIONE QUESTA IMPORTANTE VISIONE  STRATEGICA CHE E’ PARI A QUELLA OPERATIVA.  

Giuliano Zuccoli, è il presidente del Consiglio di gestione di A2A, la nuova società energetica nata da poche settimane frutto della integrazione di due grandi e prestigiosi aziende, AEM Milano e ASM Brescia, con una capitalizzazione di 9.400 miliardi di euro, che si pone tra le maggiori società del settore con obiettivi ambiziosi innanzitutto in Lombardia, in altre regioni, ma anche fuori dai confini nazionali attraverso Edison, di cui Zuccoli è presidente, e che A2A controlla assieme alla francese EDF.
Le interviste saranno state lette e viste da molti nostri lettori, in particolare quella di Corrado Augias sul TG3 nazionale di ieri.  Il presidente di A2A, con grande franchezza e con tutta l’autorità che si è guadagnato da severi editorialisti e banchieri, che lo pongono tra i più preparati manager internazionali del settore enegetico, affronta per la prima volta in Italia il tema  del nucleare anche nel nostro Paese con la costruzione di alcune centrali di terza generazione che offrono una tecnologia industriale evolutiva e grande sicurezza oltre a maggiore produttività energetica.
Tema rilevante in particolare per la nostra economia, a fronte della domanda crescente di energia che non è affatto destinata a risolversi presto da sola né nel nostro Paese né a livello mondiale - come probabilmente si sono augurati per decenni ambientalisti e politici, senza che nessuno li richiamasse almeno per dignità a una reale responsabilità verso l’ambiente e lo sviluppo economico del Paese,  il benessere dei suoi cittadini e verso altri Paesi che,  senza sconti per nessuno, ci vendono a caro prezzo  la loro  che ci è costata nel 2006, 6.7 miliardi di euro a fronte di un costo di mercato di 2,7 (fonte Ain). Un problema talmente grave e urgente con le tariffe più care al mondo, che non può di nuovo essere rimandato come è prassi in Italia senza mettere in crisi il cuore del sitema Paese nei sui punti più vitali, come quello industriale, che aprirebbe di fatto tra meno di un decennio la strada della sua decandenza, di cui molte Regioni italiane da tempo ci annunciano drammaticamente i risvolti e le cause non solo ambientali!
Nella nostra Newsletter del 22 novembre scorso pubblicammo i costi industriali dell’energia nel nostro Paese : ogni 1000 chilowattora le aziende italiane spendono 140 euro, in Irlanda 80, in Danimarca 77, nel Regno Unito 70, in Spagna 67, in Germania 62, USA 45, Francia 41, Norvegia 35. Non sappiamo se da questi dati pubblici drammatici prendono avvio le riflessioni e le dichiarazioni di Zuccoli, certo è la prima volta che nel nostro Paese si sente una voce a tale livello di responsabilità manageriale nazionale assumersi la responsabilità di dire con chiarezza e autorevolezza che cosa è urgente fare per evitare il dissesto energetico nazionale.
Ebbene, con questi dati noti da anni al mondo politico nulla si è fatto per porvi rimedio; se non  progetti nel vuoto che recentemente Giacomo Vaciago sul Il Sole -24 Ore, ha definito con queste dure parole “Abbiamo trascorso le vacanze di fine anno in dotte discussioni sul presunto “declino” del nostro Paese. …in realtà guardando al mix di ipocrisia e inconcludenza che caratterizza il nostro dibattito politico che si tratti di energia, di Malpensa, di Napoli, di prezzi della benzina o di altro, più che di declino sarebbe corretto parlare di decadenza”.
In questo contesto, non possiamo che essere grati al presidente di A2A Giuliano Zuccoli di aver posto nelle sue interviste il tema del risparmio energetico, di investimenti sempre più necessari in nuove fonti energetiche e con pacate ma ferme parole quello madre di mille ipocrisie, della costruzione in Italia di due o tre centrali nucleari, senza nascondersi in fumus retorici e dire quello che una parte del mondo dei produttori del nostro Paese – cioè coloro che producono ricchezza, scriverebbe il Wall Street Journal - auspicano e dicono tra loro purtroppo ancora con una voce troppo sommessa, in un momento in cui sempre più è evidente la necessità e il dovere per questa minoranza a cui si deve molto del mancato declino per ora del nostro Paese, di essere molto chiari e dare altrettanti forti segnali. Solo così si  potrà affermare di essere veri innovatori del mercato, classe dirigente e riferimento del nostro Paese nel rapporto con la globalizzazione, soprattutto del suo futuro civile, economico e sociale. (Silvano Oldani)
 

Da: info@aidiluce.it [mailto:info@aidiluce.it]


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