A Bogotà la settimana della pigrizia per recuperare i valori dell'ozio.
Originale iniziativa al Museo Planetario della capitale colombiana. I visitatori invitati a sdraiarsi e a dedicarsi ad attività distensive
di ROSARIA AMATO
I colombiani hanno preso molto sul serio la provocazione del Grupo G15, che ha organizzato la mostra al Museo-Planetario di Bogotà. E del resto la struttura delle attività, settimana per settimana, è stata concordata con la stessa cittadinanza, attraverso la Rete delle Biblioteche. Quindi, anche a malincuore, molti degli abitanti della capitale hanno dedicato qualche ora del loro tempo nella prima settimana di gennaio alla pereza, la pigrizia. Alcuni con autentico orrore: Lina Patricia Suarez, per esempio, intervistata dal quotidiano on line El Tiempo, dichiara senza mezzi termini che per lei la pigrizia è "una malattia degli esseri umani".
Di solito Lina va a Bogotà per visitare mostre e musei, e lo fa con infaticabile energia dalle 8 di mattina fino all'orario di chiusura. Il 5 gennaio invece ha accettato di fare una breve sosta su un bel cuscino arancione, mentre i suoi figli di 21, 18 e 6 anni si dedicavano ai cruciverba. E, con la testa sul cuscino, ammette che in fondo anche l'ozio può avere il suo lato buono, magari se ci si dedica ad "attività positive come leggere e ascoltare musica". E riconosce che un "riposino" nel mezzo delle sue faticose maratone culturali nella capitale in fondo ci sta proprio bene.
Anche la BBC ha seguito con interesse l'iniziativa: il corrispondente del network britannico Jeremy McDermott assicura che l'esposizione temporanea è stata molto visitata, con effetti benefici: "L'idea è quella di spingere la gente durante le vacanze a pensare alla pigrizia e al suo opposto, il lavoro estremo, e forse di giungere a una qualche conclusione equilibrata".
"Vorremmo che la gente pensasse alle implicazioni sociali di una pennichella, dello stare semplicemente senza far niente e del perdere tempo. Vogliamo che ognuno s'interroghi su questo", spiega alla BBC Marcela Arrieta, la curatrice della mostra. I cittadini di Bogotà sono stati invitati a portare da casa i loro strumenti preferiti per le ore di pigrizia: lo smalto per le unghie, l'agenda telefonica, il lavoro a maglia, giochi da tavolo, un film, del vino.
I più entusiasti dell'iniziativa, spiega Arrieta, sono stati i bambini: loro riescono a vivere davvero l'ozio in modo creativo, magari semplicemente disponendo i cuscini in modo diverso. E, soprattutto, danno il medesimo valore all'attività e il riposo: la pigrizia per loro non ha alcuna connotazione negativa.
A chi fosse venuta voglia di condividere la settimana dell'ozio colombiano, c'è da dire che arriverebbe tardi: l'iniziativa si conclude oggi. La prossima settimana sarà dedicata al lavoro delle guardie: la cittadinanza sarà invitata a seguire momento per momento la giornata di un vigilante.
Nessun commento:
Posta un commento