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mercoledì 19 luglio 2006

IL MIS NON ADERISCE AD ALCUNA "CONSULTA SICILIANISTA", MA LOTTA QUOTIDIANAMENTE FRA I SICILIANI PER L'INDIPENDENZA NAZIONALE SICILIANA

MOVIMENTO PER L'INDIPENDENZA DELLA SICILIA
fondato nel 1943


- CUMUNICATU STAMPA -

RICHIESTA DI RETTIFICA:
IL MIS NON ADERISCE AD ALCUNA "CONSULTA SICILIANISTA", MA LOTTA QUOTIDIANAMENTE FRA I SICILIANI PER L'INDIPENDENZA NAZIONALE SICILIANA


In relazione all'articolo «Una consulta tra i movimenti sicilianisti», pubblicato sul quotidiano "La Sicilia" di ieri, 18 luglio 2006, il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia desidera precisare che alla "conferenza programmatica" svoltasi nel pomeriggio del 15 luglio u.s. non era presente alcuna "rappresentanza" ufficiale del MIS.

Ciò, proprio in dissenso rispetto alla ventilata "consulta" fra i vari "movimenti sicilianisti". Riteniamo infatti deleteria la costituzione di tale "ensemble" di sigle solitamente prive di militanza e reale attività, funzionali solo a tenere nella confusione e nella sostanziale inattività l'ambiente politico identitario. E non solo: contestiamo gran parte dell'indirizzo politico che il movimento dei "Nazionalisti siciliani" vorrebbe imprimere a tale consulta (si pensi, ad esempio, alle procedure di riscrittura dello Statuto, ricalcando quella "consulta sarda" che lo Stato Italiano già intende impugnare, o il voto favorevole al Ponte sullo Stretto), come anche l'individuazione nell'Mpa del soggetto politico-parlamentare di riferimento per l'area "sicilianista".

Infatti, citando le parole dell'intervento conclusivo dell'on. Lombardo (che pure parla da leader dell'Mpa, ma senza aver mai comunicato alla sua assise di riferimento, il Parlamento Europeo, di aver lasciato l'Udc - quando pure l'Mpa pretende massima tempestività e pubblicità per analoghe "conversioni" in suo favore...), non ci sembra il caso di «dover prendere» il «treno che passa» e che «forse non passerà più», rappresentato dall'Mpa. E questo sia perché nutriamo altrettanta, se non maggiore, sfiducia verso i parlamentari dell'Mpa (come anche dei metodi con cui sono stati eletti) di quanta (tanta) non ne abbia manifestata lo stesso Lombardo, sia soprattutto il percorso del "treno Mpa" è nei fatti diametralmente opposto rispetto al nostro.

Noi indipendentisti siciliani teniamo a sottolineare che il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia è recentemente tornato alla politica attiva (depositando il proprio storico contrassegno e partecipando alla vittoriosa campagna elettorale referendaria) proprio con l'obiettivo di richiamare all'unità, alla solidità, alla partecipazione attiva tutto l'ambiente che fatichiamo a definire "sicilianista" (termine invero equivoco nella sua neutralità e più adeguato a dei turisti innamoratisi della Sicilia che non a dei Patrioti Siciliani) e che preferiamo definire, per l'appunto, "indipendentista".

Giacché non degli "autonomisti", peraltro sempre autodefiniti e sempre presenti - sotto sigle differenti - in seno all'Ars, che riconoscono nell'"inganno Italia" la propria "nazione", ma per l'appunto dei siciliani indipendentisti ha bisogno la Nazione Siciliana ed il Popolo Siciliano proprio adesso, nel XXI secolo, era di emergenze gravissime per la nostra terra.

L'entusiastica risposta al ritorno del MIS, nato nel 1943 e padre dello Statuto Speciale quale autentico "trattato costituzionale di pace ed associazione", da parte tanto di militanti indipendentisti storici quanto di numerosissimi giovani e gente comune non può che confermare la giustezza del nostro percorso al di là del sistema dei partiti italiani e dei "pannicelli caldi" rappresentati dai trasformismi autonomisti e dei "federalismi" di varia genesi, giacché si tratta dei mezzi più efficaci per mortificare e bloccare le migliori e più alte aspirazioni dei Siciliani, che ripongono nel sacrosanto ed inalienabile diritto all'autodeterminazione.

Noi non crediamo sia utile perdere tempo con chi dice di voler "tutelare" la Lingua Siciliana, ma s'affrunta a parrari 'n Sicilianu, con chi vede nel lisergico mostro-Ponte una assurda panacea ai mali (imposti dall'Italia cui vorrebbe unirci) della Sicilia, non crediamo sia utile legittimare sigle e "leaders" creati ad hoc per rendere la nostra lotta come folklorica e innocua, non riteniamo utile la "finestra parlamentare" da chicchessia offerta, in quanto crediamo che la rinascita della Sicilia possa nascere solo fra i Siciliani, da questi voluta.

È questo il fondamento, negli anni '40 del secolo scorso come oggi come sempre, dell'indipendentismo siciliano, che vuole la propria terra restituita all'amore ed alla fruizione dei Siciliani, visti non come gruppo etnico, ma come un Popolo dalla millenaria identità e cultura.

Il MIS non è e non sarà il "portatore d'acqua" di qualsivoglia altro soggetto politico. Il MIS è e vuole rimanere il realista movimento di popolo dei Siciliani, che vuole restituire a questo Popolo e alla sua terra la dignità da troppo tempo perduta come anche e soprattutto la sovranità formale e sostanziale. Cancellando definitivamente le vessazioni coloniali imposteci dall'Italia (carenza idrica, depressione economica e produttiva, disoccupazione, emigrazione, mafia, assimilazione culturale), riportando la Sicilia al suo ruolo centrale in Europa e nel Mediterraneo.

Questo il MIS intende farlo anche in collaborazione con le organizzazioni rappresentative di altre Nazioni senza Stato (in Europa, nel Mediterraneo e nel Mondo) con cui è già in contatto, così come, in maniera limitata e circostanziata, siglando eventuali accordi tecnici e programmatici in ristretti ambiti territoriali, accordi sempre e comunque finalizzati alla realizzazione di porzioni qualificanti del programma politico del MIS, che intende sempre incidere sul presente per costruire il futuro della Sicilia indipendente.

Concludiamo stigmatizzando ancora una volta lo sciacallaggio che si seguita a fare del nome e della sigla del MIS.
È già la terza volta in un mese che si cita a sproposito il MIS, o se ne usa il nome o i testi diffusi (come nel caso di un comunicato stampa "plagiato" da una sedicente "sezione di Naro" dell'Mpa). Uno squallido metodo che si va facendo sistematico e che non nasconde un fondo di depravazione politica. Infatti, risulta comodo attribuirsi ad opera di questo o quel soggetto (ma pur sempre afferente proprio all'Mpa) la "legittimazione" del MIS, senza che però la dirigenza del MIS stesso ne sappia nulla. Ed è bastato che fra il poco pubblico che ha assistito alla succitata "conferenza programmatica" dei "Nazionalisti siciliani" presenziassero alcuni dirigenti del MIS, ma senza che questi partecipassero ai lavori, sedessero al tavolo di presidenza o abbiano mai preso la parola, per far diventare il nostro Movimento uno delle "tante sigle" giunte a ossequiare Lombardo novello "leader sicilianista" ma invero democristiano e italianista sin nel midollo.

È bastato aver partecipato alla stesura di parte di quei "punti programmatici" tanto cari al leader dei Ns, arch. Erasmo Vecchio, per aver indissolubilmente legato il MIS al discusso Presidente della Provincia Regionale di Catania, che peraltro quei "punti programmatici" ha dimostrato sin da subito di voler disattendere, nonostante la "carota" del nostro circostanziato "gradimento elettorale" alle "regionali"?

Noi sosteniamo con forza il nostro NO, la nostra indipendenza, seminale e propedeutica per il voler edificare l'indipendenza della Sicilia. E invitiamo l'anonimo autore dell'articolo citato di interpellare i diretti interessati prima di citarli a sproposito, giocando su giri di parole e conseguenti equivoci: basti pensare che ogni chiarimento, se desiderato, avrebbe potuto essere chiesto direttamente al Responsabile dell'Ufficio Stampa del MIS, presente in mezzo allo sparuto pubblico della conferenza, e sempre contattabile al numero 3496933580.

CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE

Catania, 19 giugnettu 2006

A cura dell'Ufficio Stampa, Comunicazione e Propaganda del M.I.S.


Movimento per l'Indipendenza della Sicilia

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«Noi vogliamo difendere e diffondere un’idea della cui santità e giustizia siamo profondamente convinti e che fatalmente ed ineluttabilmente trionferà».

Andrea Finocchiaro Aprile, 1944

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