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mercoledì 22 marzo 2017

ACQUA: UTILITALIA, DI QUESTO PASSO 250 ANNI PER RIFARE LE RETI

VALOTTI: ANCORA IL 12% POPOLAZIONE SENZA DEPURAZIONE, SOLUZIONE NELL'ECONOMIA CIRCOLARE


Lo stato delle reti degli acquedotti, la depurazione e la manutenzione. Sono questi gli obiettivi prioritari del servizio idrico secondo Utilitalia – la Federazione delle imprese di acqua energia e ambiente - che oggi ha partecipato alla Conferenza nazionale sulle Acque d'Italia, organizzata dalla presidenza del Consiglio attraverso la Struttura di missione 'Italiasicura'.

"La rete sta invecchiando – ha spiegato il presidente di Utilitalia Giovanni Valotti – il 60% delle rete nazionale è stato posato oltre 30 anni fa, il 25% supera anche i 50 anni. Il tasso nazionale di rinnovo è attualmente pari a 3,8 metri di condotte per ogni km di rete: questo significa che di questo ritmo occorrerebbero oltre 250 anni per sostituire l'intera rete".

"L'acqua è un bene comune e universale, questo si deve conciliare con politiche industriali – ha osservato il presidente di Utilitalia – anche perché nessuno può essere discriminato sull'accesso a un bene primario. Per avere tariffe più basse possibile, qualità più alta e ridurre gli sprechi servono investimenti. Oggi investiamo meno di 40 euro l'anno per abitante mentre in Europa ci si attesta su 100-120 euro".

"E' allarmante che più del 12% della popolazione non abbia la depurazione e che i cittadini invece di pagare le opere e i depuratori paghino le multe dell'Europa in bolletta", ha rilevato Valotti secondo cui "è evidente come bisognerebbe applicare i principi dell'economia circolare anche alle risorse idriche. Cosa che avrebbe effetti virtuosi".

Ogni anno in Europa – secondo dati dell'Unione Europea - vengono trattati più di 40 miliardi di metri cubi di acque reflue ma ne vengono "riusati" soltanto il 2%. Il potenziale di crescita è enorme: l'Europa potrebbe arrivare a utilizzare sei volte il volume di acque trattate oggi. In Italia, che ha uno dei potenziali più alti, si trattano e si riusano ogni anno 233 milioni di metri cubi di acque reflue.

"La normativa europea sta andando nella direzione di incentivare il riuso delle acque che vengono depurate e la valorizzazione dei fanghi che derivano dalla depurazione – ha poi proseguito Valotti - bisogna applicare all'acqua gli stessi principi dell'economia circolare che si applicano in altri settori, e riutilizzare così le acque che vengono depurate e valorizzare i fanghi che derivano dalla depurazione".

"Il Censimento dei migliori progetti degli ultimi tre anni, che abbiamo realizzato da settembre ad oggi su 174 gestori di servizi pubblici – conclude Valotti - dimostra che una buona parte dei progetti di innovazione tecnologica e degli investimenti dei gestori idrici sta andando proprio nella direzione della depurazione, con soluzioni impensabili solo pochi anni fa. Un'ampia panoramica di queste novità sarà oggetto del Festival dell'Acqua a Bari ad ottobre".


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