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giovedì 26 gennaio 2017

Come funziona Google Penguin e come evitare di essere colpiti


In ambito SEO, Google Penguin è lo spauracchio che da mesi terrorizza web master di tutto il mondo, minacciati da penalizzazioni e retrocessioni in SERP e dal conseguente crollo del traffico. 

Ma che cos’è esattamente e come ragiona questo algoritmo?

Il giustiziere dei link innaturali

L’algoritmo Google Penguin è stato sviluppato da Big G. per individuare tutti quei siti che fanno uso di una link building innaturale per sospingere il posizionamento dei siti web. 

In particolare, l’algoritmo valuta la link profile dei siti web per individuare quelli che utilizzano una strategia di link building basata sulla costruzione di link comprati, non inerenti alle tematiche trattate, forzati e di cattivo valore. 

Un’agenzia SEO che operi secondo un’etica sana, deve evitare di conquistare link esterni in maniera non deontologicamente corretta (per quanto si possa parlare realmente di una deontologia SEO).

La strada indicata da Google è quella della naturalezza. Secondo le logiche di Google, il link è un attestato di autorevolezza che un sito web è in grado di conquistare spontaneamente da altri utenti, grazie alla realizzazione di contenuti che vengono percepiti come utili, di qualità, efficaci, degni di essere visualizzati.

Gli errori da non fare

Ovviamente, chi agisce in maniera intellettualmente e operativamente onesta non dovrà mai temere un’aggressione da parte del Pinguino. A rischiare sono quei siti web che hanno costruito una link profile non naturale, puntando sull’acquisto o sullo scambio di link, l’utilizzo di portali gratuiti dove inserire link in follow, l’inserimento di ancore secche e/o forzate, l’inserimento di link non tematizzati o all’interno di testate che non hanno alcuna affinità con il contenuto realizzato e/o con l’attività svolta dai titolari del sito web.

La penalizzazione

Quando il Pinguino individua un sito web che ha adottato strategie ‘sporche’ di link building, scatta la penalizzazione algoritmica, la quale consiste in una retrocessione del sito web penalizzato sulle SERP di ricerca, con conseguente crollo del traffico organico. 

Per risollevarsi occorre uscire dalla penalizzazione. Ciò significa che occorre individuare, tramite specifici tools, tutti i link che puntano al sito penalizzato, quindi contattare i web master del sito per chiederne la rimozione oppure inserire i domini dei siti ‘spammer’ all’interno del file disavow, tramite il quale chiediamo a Google di non considerare i link provenienti dai domini inseriti nella lista. A quel punto, occorre inviare a Google una richiesta di riconsiderazione. E sperare per il meglio.

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