Oggi
però abbiamo internet e una serie di tecnologie che potenziano in modo
incredibile questa capacità di sviluppare artefatti cognitivi e noi
siamo influenzati e influenziamo questi artefatti, c’è un’influenza
reciproca.
All’interno
di questo contesto sta emergendo la possibilità, con la crescita
dell’intelligenza artificiale col fatto che le tecnologie da passive
stanno diventando sempre più reattive, e progressivamente diventeranno
sempre più pro-attive, di passare da un design dell’interazione a un
design della relazione.
Se
vogliamo vedere uno scenario, culturale e sociale, in prospettiva, di
come una tecnologia influenzerà la nostra cultura, la nostra mente, è
probabile che negli anni a venire riemergerà una specie di cultura che
io chiamo neo-animista, cioè emotivamente, in modo irrazionale, avremo
sempre più intorno a noi degli oggetti che avranno un’anima, avranno
un’intelligenza e parte della nostra identità, della nostra intelligenza
sarà diffusa.
Questo renderà molti ambiti molto complessi, dovremo avere
una maggior capacità di capire questa complessità e di saperla gestire;
le potenzialità sono enormi.
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