Aumenta
il numero dei professionisti
che mira a specializzarsi nella data protection: 1.302 quelli che hanno
partecipato ai percorsi formativi, di cui 301 già certificati da
TÜV Italia. Più di 200 nuove richieste di adesione a Federprivacy ancora
in attesa di essere evase, e classi piene fino a giugno.
Bernardi: "Fenomeno dovuto al fabbisogno di esperti con il GDPR, ma
soprattutto alla previsione del data protection officer per migliaia di
aziende
pubbliche e private". Circolare dedicata al tema per aiutare le imprese a
determinare se rientrano o meno nell'obbligo.
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Firenze, 5 gennaio 2017
- Rimane poco più di anno alle imprese pubbliche e private per
adeguarsi al nuovo
Regolamento sulla protezione dei dati personali, e cresce il numero dei
professionisti che scommettono sulla privacy per avere una carta in più
da giocare nel mercato del lavoro.
Se
a decorrere dal 25 maggio 2018 l'Autorità Garante potrà iniziare a
sanzionare le violazioni sulla base del Regolamento UE
2017/679, con multe che potranno arrivare fino a 20 milioni di euro o al
4% del fatturato annuo dei trasgressori, le aziende hanno infatti
necessità di avvalersi di esperti della materia per farsi trovare
conformi entro la scadenza, e le ultime statistiche
indicano che c'è un notevole aumento di professionisti che ambiscono a specializzarsi nella data protection:
a
dicembre 2016 erano complessivamente 1.302 i partecipanti in 33
edizioni svolte finora dei corsi di Federprivacy, registrando un +28,6%
rispetto all'anno precedente.
Sul totale di coloro che hanno frequentato
i percorsi formativi, 188 hanno ottenuto l'Attestato di Qualità dei
servizi ai sensi della Legge 4/2013, e ben 301 hanno invece già
conseguito la certificazione di Privacy Officer dell'ente TÜV Italia,
che
rilascia il riconoscimento in conformità agli standard internazionali
della Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024:2012.
"A
parte gli ottimi risultati ottenuti finora, ciò che dimostra come si
stia ormai affermando una vera e propria categoria
professionale, è il fatto che a 2017 appena iniziato non siamo riusciti a
far fronte regolarmente a tutte le richieste ricevute - spiega Nicola
Bernardi, presidente di Federprivacy - in pochissimo tempo ci sono
arrivate più di 200 nuove domande di iscrizione alla nostra
associazione, e
per questo chiediamo ai nuovi associati un po' di pazienza per darci
modo di evadere tutte le adesioni pervenute, con le quali ci attestiamo
adesso
vicino a quota 1.500 iscritti. Inoltre, nelle ultime settimane abbiamo
visto andare al completo tutte le edizioni del nostro corso Master
Privacy
Officer in calendario nel primo semestre. Ovviamente, questo fenomeno è
dovuto al nuovo fabbisogno di esperti generato dal GDPR, ma soprattutto
al fatto che migliaia di aziende pubbliche private devono nominare un
data protection officer."
A
proposito di quest'ultima figura, poiché il testo della nuova normativa
comunitaria non detta soglie fisse o parametri chiaramente
definiti, eccetto che per le pubbliche amministrazioni nelle quali il
DPO è tassativo, Federprivacy ha emanato la circolare
di
approfondimento "Casi di nomina obbligatoria del responsabile della
protezione dei dati nel Regolamento UE 2016/679", elaborata per aiutare
le imprese
a determinare se ricadono o meno nell'obbligo del data protection
officer.
Quello delle circolari, è un nuovo strumento che d'ora in poi sarà fornito gratuitamente agli associati nell'area riservata
del sito www.federprivacy.it, con l'intento di fornire mensilmente approfondimenti e/o chiarimenti sui temi della protezione dei dati di maggiore
interesse per gli addetti ai lavori.
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giovedì 5 gennaio 2017
Privacy Officer in crescita: +33,6% a fine 2016
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